Meloni empatica: con un romagnolo alluvionato; in basso, con don Patricello a Caivano Nonostante gli scivoloni quotidiani del suo entourage, gli svarioni e la sostanziale inerzia sui nodi programmatici, la premier continua a godere di un discreto consenso d’opinione. E, soprattutto, gode di ottima stampa fra i grandi editori, a cominciare dai beneficati di convenzioni pubbliche. Un quadro tanto “armonico” da scandalizzare non pochi corrispondenti esteri in Italia, preoccupati per la “normalizzazione” dell’estrema destra al governo nel nostro Paese, capofila di un’onda politica che può far saltare quel che resta dell’Europa unita costruita dopo la tragedia del Secondo conflitto mondiale. Con il «caso curioso del “Corriere della Sera”» — così lo definisce Daniel Verdù corrispondente di “El País” — che «chiama ultradestra Vox ma non Meloni», descrivendo a ripetizione la destra meloniana «conservatrice se non addirittura centrista». Perché succede? Questo editoriale apre il numero 41 del nostro magazine distribuito nelle edicole digitali dal 1 settembre 2023 L’editoriale di IGOR STAGLIANÒ LA SI PUÒ interpretare come segno del proprio imperio, la nomina di Arianna Meloni e di altri suoi famigli al vertice dei gangli vitali del proprio potere. Nel partito e nel governo. Oppure la si può valutare come segno personale di paura e debolezza politica: sacchi di sabbia alle finestre in vista...

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Direttore - Da inviato speciale della Rai, ha lavorato per la redazione Speciali del Tg1 (Tv7 e Speciale Tg1) dal 2014 al 2020, per la trasmissione “Ambiente Italia” e il telegiornale scientifico "Leonardo" dal 1993 al 2016. Ha realizzato più di mille inchieste e reportage per tutte le testate giornalistiche del servizio pubblico radiotelevisivo, e ha firmato nove documentari trasmessi su Rai 1, l'ultimo "La spirale del clima" sulla crisi climatica e la pandemia.