Qui in alto, una stazione della Metro a Kiev; sotto il titolo, le macerie del Donbass Con 800mila profughi e migliaia di cittadini barricati nei bunker delle città, il morso del nazionalismo affonda i suoi denti nella carne dell’Europa. L’avanzamento dell’Alleanza Atlantica sulla porta di casa della Russia, a nostro giudizio, non è stata una buona idea. Identificare Europa e Nato è — se possibile — persino peggio. L’ultima volta che il nodo ucraino (“Nato sì, Nato no”) era venuto al pettine è stata quattordici anni fa. L’unanimità richiesta dall’Alleanza non fu raggiunta, anche grazie alla sapienza politica di un leader come Romano Prodi: non se ne fece saggiamente nulla. Si discusse, in alternativa, dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea ma tutto rimase a bagnomaria. Un fatale errore, come vediamo oggi. E torna il monito di Albert Einstein: «Io non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con pietre e bastoni» Questo editoriale apre il numero 21 del nostro magazine distribuito nelle edicole digitali dall’1 marzo 2022 L’editoriale di IGOR STAGLIANÒ MENTRE SCRIVIAMO, CON 800mila profughi e migliaia di cittadini barricati nei bunker delle città, il morso del nazionalismo affonda i suoi denti nella carne dell’Europa. Se mai aveva qualche ragione dalla sua,...

Questo contenuto è riservato ai soli abbonati.

Direttore - Da inviato speciale della Rai, ha lavorato per la redazione Speciali del Tg1 (Tv7 e Speciale Tg1) dal 2014 al 2020, per la trasmissione “Ambiente Italia” e il telegiornale scientifico "Leonardo" dal 1993 al 2016. Ha realizzato più di mille inchieste e reportage per tutte le testate giornalistiche del servizio pubblico radiotelevisivo, e ha firmato nove documentari trasmessi su Rai 1, l'ultimo "La spirale del clima" sulla crisi climatica e la pandemia.