L’introduzione del gas nella tassonomia europea rallenta il Green Deal, la strategia con cui l’Europa intende raggiungere la neutralità climatica delle nostre attività produttive entro il 2050. Rischia di realizzare impianti energetici che saranno ferri vecchi quando entreranno in funzione nel 2030. E mette fuori strada società come Enel che oggi suonano la grancassa su tutti i mezzi della comunicazione di massa per enfatizzare il proprio impegno per la sostenibilità e l’etica sociale dell’azienda. Se la tassonomia europea serve a dire agli investitori cosa sia green e cosa no, incoraggiando gli investimenti nel gas fossile, e dandogli un’etichetta verde, l’Europa non farà altro che esacerbare il loro devastante impatto climatico
◆L’intervento di ALESSIO LATTUCA, presidente Movimento per la Sostenibilità
► Il negazionismo e l’approccio antiscientifico è fuori sincrono con il movimento del mondo, con l’ambientalismo globale e con gli accordi di Parigi e, in ultimo, nonostante le criticità registrate, anche con Cop29 a Baku (conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici). Al riguardo occorre ricordare che gli Accordi prevedono una riduzione delle emissioni da carbonio del 45% entro il 2030 e il raggiungimento dell’obiettivo net zero entro il 2050, allo scopo di scongiurare l’aumento della temperatura oltre 1,5 gradi. Trent’anni fa sembrava un capriccio discutere di ambientalismo e di energia pulita, mentre oggi risulta l’unica via d’uscita dai combustibili fossili, causa delle emissioni che surriscaldano il pianeta.
Risulterebbe illogico eticamente inaccettabile oltreché irresponsabile che Enel — a suo dire impegnata nei processi Esg e nella manifestazione di comportamenti etici per la sostenibilità ambientale, sociale e di governance aziendale — si muovesse in questa direzione contro il codice etico adottato e contro gli accordi faticosamente raggiunti a Glasgow. D’altronde è condivisa l’idea che gli accordi parzialmente raggiunti dalle Cop siano indirizzati a creare le condizioni:
- Per un mondo migliore e più sostenibile, Per salvaguardare la “biodiversità”,
- Per salvare il mondo dalle emissioni di Co2,
- Per implementare le energie rinnovabili ed eliminare le energie fossili e gli idrocarburi,
- Per l’efficientamento energetico.
Tutte questioni rispetto alle quali il gas e quindi gli impianti di rigassificazione sono in evidente controtendenza. Non è un caso che l’introduzione del gas in Tassonomia (la tassonomia europea è una classificazione degli investimenti ritenuti sostenibili dal punto di vista ambientale) abbia registrato significative difficoltà dibattute in commissione plenaria europea. Quello che bisogna ora chiedersi è: perché all’Europa dovrebbe interessare una simile classificazione?
Per comprendere meglio occorre fare un passo indietro e tornare al Green Deal Europeo, la strategia che l’Europa si è data per diventare una società a impatto climatico zero entro il 2050 e che ha persino anticipato la scadenza con Fit 45. Per l’Unione Europea questa sfida necessita non solo di fondi pubblici (come quelli del Next Generation Eu), ma anche privati. Ecco a cosa serve la tassonomia: a dire agli investitori cosa sia green e cosa no. Il punto è che incoraggiare gli investimenti nel gas fossile, dandogli un’etichetta verde, non farà altro che esacerbare il loro devastante impatto climatico.
Le fonti rinnovabili sono più economiche e veloci da sviluppare, il che significa che inviare un segnale sbagliato agli investitori privati potrebbe interrompere la transizione energetica verso il 100% di energie rinnovabili e ritardare i progressi dell’Ue sui suoi impegni climatici. Anche il dibattito sull’opportunità di sfruttare i giacimenti dell’Adriatico e varie perforazioni alla ricerca di nuovi giacimenti è stato per lo più ignorato negli ultimi anni.
Ma risulta, davvero, una baggianata utilizzare il pretesto dell’emergenza per fare digerire la malsana idea di collocare un tremendo impianto di rigassificazione in un luogo “sacro”, sulle argille azzurre del Kaos, a ridosso della Valle dei Templi e della Scala dei Turchi che registra una progressiva crescita già superiore al milione di visitatori. Il tutto, peraltro, senza alcun impegno né garanzie da parte dei “soliti noti” sullo smaltimento di miliardi di metri cubi di cemento e acciaio (la cui realizzazione comporterebbe, se autorizzato, un lasso di tempo prossimo ai 10 anni) allorché nel 2030 non potrà più essere utilizzato.
Alla luce di quanto accade oggi, bisognerebbe interrogarsi sui motivi che hanno spinto lo sconsiderato, rinnovato interesse di Enel e di Snam, dopo tanti anni di silenzio e di rinunce (non è vero infatti che hanno richiesto il rinnovo delle autorizzazioni). Al riguardo sorge spontanea una considerazione: le cose più stupide le dicono e le fanno le persone più intelligenti, ma proprio a causa della loro intelligenza.
Risulterebbe, davvero, paradossale oltreché inaccettabile se il progetto del rigassificatore, uscito dalla porta con l’eliminazione da parte della Commissione europea per la concorrenza dei miliardari contributi a fondo perduto (vuoto pieno) previsti a suo tempo dal governo Prodi, rientrasse dalla finestra per ottenere i contributi di Next Generation Eu destinati al Sud. Un vero affronto, un pugno nell’occhio al Sud in linea con quanto registrato da oltre 150 anni e nel solco di quanto già accaduto scambiando, artatamente, un malinteso programma di sviluppo con le schifezze da piazzare al Sud (vedi Gela, Porto Empedocle, Milazzo, Priolo). Tutti luoghi che registrano una crescita esponenziale di tumori, malformazioni, che derivano dall’inquinamento di società di Stato abilmente gestite da boiardi che si sono sottratti, perfino, al pagamento delle tasse previste dallo Statuto speciale della Sicilia.
Per contrastare tali potentati è stato necessario un impegno particolarmente pesante, un tempo infinito, circa 20 anni, e un numero di processi e sentenze altrettanto congruo. Quello che i soliti noti: manovratori del pensiero collettivo professionisti nell’utilizzo di tecniche di manipolazione, disponendo di straordinari mezzi, hanno abilmente adottato. In effetti si sono dimostrati disinvolti nel plasmare l’opinione pubblica, ma ciò che forse non avevano calcolato, è che la gente si può prendere in giro per tanto, tantissimo tempo, ma non per sempre.
Al risveglio di tante persone a cui si assiste, alla loro ritrovata capacità di ragionare con la loro testa e guardare con i loro occhi, occorre dedicare particolare attenzione. Nonostante la incisiva persuasione che è passata attraverso l’utilizzo dei media evidentemente orientati a loro favore e, purtroppo, attraverso attività di lobbying su facilitatori e politici. Grazie alla manipolazione dei media e alla propaganda, hanno tentato di giustificare operazioni dannose per il territorio e per l’ambiente.
Al riguardo sono state minimizzate le criticità e i pericoli ed hanno plasmato la realtà a loro piacimento all’interno della psiche collettiva. Si tratta di tattiche di mistificazione ed di evidente uso distorto di strumenti psicosociali diretti a incoraggiare la stupidità, promuovere la distrazione o costruire problemi artificiali come l’offerta di inesistenti posti di lavoro e poi magicamente risolverli. Ma a un certo punto la realtà fa irruzione e le persone decidono in funzione di ciò che vedono. © RIPRODUZIONE RISERVATA