Francesco Starace è stato il primo grande manager in campo energetico a capire che era iniziata la fine dell’era dei fossili. Dopo la ratifica dell’accordo di Parigi (2016) sulla crisi climatica, varò un piano di dismissione delle centrali termoelettriche Enel alimentate da combustibili fossili. Ha rilevato come di nucleare non fosse neanche il caso di parlarne in Italia, proprio mentre saliva il coro degli autorevoli zombie che riproponeva quel cadavere. Preme per le rinnovabili e l’Enel è, con Enel Green Power, la prima al mondo con 54 GW di capacità elettrica da Fer installata. Sta rinnovando l’impianto “3Sun” di Catania per ampliare la produzione di pannelli fotovoltaici e aumentarne l’efficienza di conversione. È presidente della società europea per l’idrogeno “verde”.Con la centrale di Mochovce sorprende tutti e dà via all’atomo: contratti pregressi o c’è dell’altro?
L’articolo di MASSIMO SCALIA
Sotto il titolo e nella pagina i reattori della centrale nucleare di Mochovce, in Slovacchia
Daphne (Jack Lemmon): “I’m a man” a Osgood (Joe E. Brown), che insiste nella proposta di matrimonio. Osgood: “Nobody is perfect” (da “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder, 1959)
IL CEO DELL’ENEL, Francesco Starace, è stato il primo manager a capire che era iniziata la fine dell’era dei fossili e, dopo la ratifica dell’accordo di Parigi (2016), varò un piano di dismissione delle centrali termoelettriche Enel alimentate da combustibili fossili. È stato decisivo nella “battaglia di Civitavecchia”, dove quell’anziana ma imbattibile volpe di Mario Agostinelli riuscì a coordinare le proposte del Comitato locale, con il Comune, la Provincia, la Regione e il sindacato per impedire la conversione a gas della mega centrale a carbone (Tor Valdaliga Nord) a favore, invece, di un piano basato sulle energie rinnovabili (Fer), in particolare una “fattoria” eolica a largo della costa. Ha espresso un analogo diniego per la conversione a gas della centrale di Porto Torres. Ha rilevato, in una qualche “Cernobbio”, come di nucleare non fosse neanche il caso di parlarne in Italia, proprio mentre saliva il coro degli autorevoli zombie che riproponeva quel cadavere. Preme per le rinnovabili e l’Enel è, con Enel Green Power, la prima al mondo con 54 GW di capacità elettrica da Fer installata. Sta rinnovando l’impianto “3Sun” di Catania per ampliare la produzione di pannelli fotovoltaici e aumentarne l’efficienza di conversione. È presidente della società europea per l’idrogeno “verde”.
Qualche scalmanato voleva proporlo “santo subito”, nonostante le occhiatacce dei “basisti”. E i basisti, si sa, sono sempre ispirati dall’Alto. Ed ecco che il più robusto avversario del Mascellone rivendica l’avvio a Mochovce, in Slovacchia, del loro primo reattore nucleare (471 MW). «L’Europa a caccia di energie alternative al gas russo» sottolinea giulivo “Il Sole 24 ore” nella foto dell’impianto (16/02/23, p.19). Ora, è vero che la vicenda Enel-Slovacchia si sta trascinando da gestioni anteriori a quella di Starace e che può sembrare arguto dare alla sindrome “nimby” un carattere transfrontaliero, però… E siccome “a pensar male” ecc., è inevitabile il sospetto che la rivendicazione di Mochovce vada al di là dell’atto dovuto da un Ceo dell’elettricità, e che, nel clima di nomine dei grandi enti, sia un’offa al cretinismo ideologico della destra che, storicamente e culturalmente, sbava per il nucleare simbolo di progresso tecnologico, poveracci!, oggi patinato dell’oro della “sovranità energetica nazionale” contro il gas russo.
Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14).
Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)