L’impatto ambientale dovrebbe essere la bussola sulle cose da fare o non fare in un Paese come l’Italia. Non è così. La Regione Piemonte vuole il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo in superficie, con alti viadotti. Più economica del già approvato progetto di una galleria, ma che sarebbe uno scempio del paesaggio. Il progetto in quel tratto infatti andrebbe ad attraversare ben due siti patrimoni dell’Umanità per l’Unesco (i paesaggi vitivinicoli di Langa-Roero e Monferrato e le Residenze sabaude-ex tenuta Reale di Pollenzo). La soprintendente Lisa Accurti si oppone, il ministro Sangiuliano preme perché l’infrastruttura si faccia. È in queste cose che già si vede quale è e sarà la politica di questo governo sul patrimonio di bellezze naturali
L’articolo di VITTORIO EMILIANI

LA POLITICA DEL governo in materia di tutela del paesaggio e in generale del Belpaese comincia a manifestarsi chiaramente in Piemonte appoggiando con determinazione il progetto di prolungamento dell’autostrada in Val di Nole. La valorosa Soprintendente al Paesaggio, Lisa Accurti, ha dato un parere nettamente contrario ritenendo che il nuovo asse stradale ferisca quel paesaggio vallivo ancora sufficientemente integro. Ma il ministro competente (?) Sangiuliano, più noto per una monumentale biografia di Putin che per scritti sul Belpaese, avalla lo sfregio e lo sostiene contro il parere informato e competente della Soprintendenza. È un evidente sintomo della “nuova politica” che il governo Meloni intende praticare in questa delicatissima e fondamentale materia. Politica dalla quale dipende direttamente il futuro di un Paese un tempo ammirato all’estero e da viaggiatori straordinari come Goethe, James o Gogol e finito nelle mani di speculatori senza scrupoli e senza cultura.
Possiamo ancora salvare il Belpaese? Si, ma certamente non con questa Destra rozza e ignorante. E nemmeno con un Pd non riformato a fondo che non riprenda la politica dei Cederna, degli Insolera, dei Piccinato, dei De Lucia (ricordate il grande parco ideato a Napoli nell’area dell’ex Italsider?). Nel dibattito precongressuale una candidata democratica rilancia persino il Ponte sullo Stretto cavallo di battaglia della destra più cieca.
In tutto il Paese assistiamo allo scadimento culturale della classe dirigente, purtroppo a partire dai grandi Comuni come Brescia o Bologna dai quali in passato sono venute esperienze d’avanguardia apprezzate in tutta Europa. Ricordo lo stesso Carlo di Inghilterra allora principe di Galles che di fronte al piano bolognese Fanti-Cervellati per il recupero del centro storico per quanti vi abitavano enunciò l’intenzione di riprenderne la logica per il patrimonio edilizio della Corona in Cornovaglia a favore di quanti vi risiedevano.
Ma di quel periodo socialmente e culturalmente ricco di novità sembra non ricordarsi quasi nessuno. O meglio vi sono certamente novità ad esempio da Elly Schlein ma i suoi interessanti programmi di comunità elettriche vanno meglio definiti e fondati per farli ascendere, come meritano, a modello nazionale coi dovuti adattamenti locali. © RIPRODUZIONE RISERVATA