L’AGENZIA INTERNAZIONALE dell’Energia (Iea) non ha mai nascosto le sue simpatie per il nucleare. Nelle sue World Energy Statistics, ad esempio, riporta il contributo del nucleare pari a un 5% del complesso delle fonti primarie. Peccato che in termini di “consumi finali”, quelli su cui si basano gli impegni dell’accordo di Parigi (2016), quel 5% diventa un misero 1,8% (per il pessimo rendimento delle centrali nucleari, che sperperano circa i due terzi del “combustibile” che le alimenta). Ebbene, anche questo “bastione” sta cedendo e nel suo Rapporto 2023 sul mercato dell’elettricità la Iea prevede che al 2025 il contributo delle Fer si porterà al primo posto nel mondo, col 35% rispetto al 29% del 2022, superando carbone e gas. Il Rapporto Iea sottolinea che: «Di conseguenza, le emissioni della produzione globale di energia elettrica raggiungeranno il plateau nel 2025 e la sua intensità di Co2 diminuirà ulteriormente nei prossimi anni».
L’ignaro Pichetto si ritrova senza l’accogliente “tenda” della Iea, ma lui continua, impavido, a ripetere le stesse minchiate del suo predecessore su una transizione energetica «senza pregiudizi», «laica», «perché sia occasione di sviluppo e nuovo lavoro e non di rinuncia e impoverimento». Ovviamente, col nucleare. E a tal scopo, Pichetto fa scendere in campo la misteriosa setta degli “analisti”: «La domanda di energia gli analisti la danno in continua crescita. E gli analisti dicono che la valvola di sfogo è solo il nucleare.». (GEA, 8 febbr. 2023). Vieni avanti … Pichetto, vien voglia di dire. O è Salvini che li sta “contagiando” tutti? — (m. s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA