Il Mosè rossiniano finito nella guerra israelo-palestinese, Carmen femministe a lieto fine, Dulcamara spacciatore fra bande di teddy-boys. Con trasposizioni forzate, dal deprecato divismo dei cantanti siamo giunti all’imperante divismo dei registi. Il manifesto di musicologi, attori, cantanti, giornalisti e cultori del belcanto: «Innovare va bene, anzi benissimo. Stravolgere, deformare, mettere la musica in ultimo...

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