La locandina del documentario di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux con la musica di Cyrille Aufort da fine gennaio al cinema

Nel suo tronco pieno di anfratti e cavità, tra i rami e le radici saldamente affondate nel terreno, vivono in equilibrio perfetto miriadi di specie animali e vegetali: piccoli e grandi mammiferi, uccelli, insetti, microorganismi, funghi. Come non trepidare per le sorti dei topini di campagna alle prese con l’allagamento della colonia? Come non sorridere per lo svagato girovagare di uno scoiattolo? Come non commuoversi per il poetico accoppiamento dei balanini, minuscoli insetti dalla lunga proboscide? E che dire delle ghiandaie che contendono il loro cibo preferito ai cinghiali e agli scoiattoli? Un documentario per adulti e piccini che ti tiene con il fiato sospeso, commentato solo dalla musica di Cyrille Aufort e dai rumori di ambiente


◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *

Accade raramente che un documentario entri nel circuito della normale distribuzione cinematografica. “La quercia e i suoi abitanti”, di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux, è una felice eccezione e vale davvero la pena di vederlo. I suoi ottanta minuti di immagini, commentate soltanto dalla musica di Cyrille Aufort e dai rumori di ambiente, scorrono veloci e parlano un linguaggio universale in grado di affascinare adulti e bambini. Andateci con i figli o i nipoti, come ho fatto io. Non ve ne pentirete.

La protagonista assoluta è una quercia di oltre duecento anni, cresciuta in Francia in un bosco della Sologne, vicino a un piccolo specchio d’acqua. Nel suo tronco pieno di anfratti e cavità, tra i rami e le radici saldamente affondate nel terreno, vivono in equilibrio perfetto miriadi di specie animali e vegetali: piccoli e grandi mammiferi, uccelli, insetti, microorganismi, funghi.

Armati di sofisticate microtelecamere comandate a distanza, droni e infinita pazienza i due autori hanno seguito per un anno intero, attraverso l’avvicendarsi delle stagioni, la vita brulicante attorno alla quercia. Senza mai rinunciare al rigore documentario – Charbonnier è un riconosciuto maestro del genere, Seydoux è all’esordio come regista, ma di cinema se ne intende, visto che dirige la Gaumont – i due sono riusciti a costruire un epico racconto d’avventura, che si segue con il fiato sospeso. Come non trepidare per le sorti dei topini di campagna alle prese con l’allagamento della colonia? Come non sorridere per lo svagato girovagare di uno scoiattolo? Come non commuoversi per il poetico accoppiamento dei balanini, minuscoli insetti dalla lunga proboscide? E che dire delle ghiandaie che contendono il loro cibo preferito ai cinghiali e agli scoiattoli? La sequenza in cui una di loro sfugge alla caccia di un predatore infilandosi tra i rovi è un pezzo di bravura cinematografica degno degli inseguimenti di Matrix. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.