Gian Lupo Osti illustra ai suoi ospiti le peonie del suo straordinario giardino

Con una serie di brevi ritratti, come “acquarelli” letterari, Vittorio Emiliani racconta personaggi – che ha conosciuto – più o meno celebri, spesso dimenticati, e che hanno lasciato una traccia nell’Italia dal dopoguerra alla fine del secolo scorso. 

L’acquarello di VITTORIO EMILIANI

Di nobile famiglia bolognese, altissimo e pieno di interessi fuori dall’ambito siderurgico in cui alla Finsider operava (vi entrò nel 1947 come assistente personale del Presidente, e poi ebbe altri incarichi da dirigente, ndr). Era appassionato soprattutto di piante e di fiori rari. Per questo organizzò una spedizione sull’Himalaya alla ricerca di una rara Peonia bianca e nera che poi venne inserita nel catalogo mondiale come Peonia Osti.

Lo conobbi e amichevolmente frequentai nella casa che aveva fuori Roma e dove coltivava uno straordinario giardino di piante esotiche ora manutenuto da uno dei figli. La moglie, una nobile faentina dei Zauli Naldi era una cuoca eccezionale di risotti memorabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.