Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Giovanni Giovannini al Quirinale Nel “Quaderno nero”, testimonianza di Giovanni Giovannini, c’è il diario di un soldato che racconta come ha vissuto l’8 settembre del 1943, di cui ricorre oggi l’ottantesimo anniversario. Giovannini, che nell’Italia repubblicana sarà giornalista ed editore fino a diventare presidente della Fieg e dell’Ansa, allora era caporalmaggiore in servizio nella IV Armata, nel sud della Francia. Fu internato dai nazisti perché, come peraltro centinaia di migliaia di soldati italiani, preferì mantenere fede al giuramento di militare. L’armistizio tra Italia e Alleati anglo-americani era stato firmato a Cassibile in Sicilia 5 giorni prima dell’annuncio dato da Pietro Badoglio e avrebbe dovuto mettere fine alle ostilità belliche sul territorio italiano. Prendeva corpo, invece, la furiosa reazione delle truppe tedesche, affiancate dai fascisti che daranno vita alla Repubblica-fantoccio di Salò. Comincia un’altra guerra «più difficile e cattiva» che andrà avanti per altri due dolorosissimi anni contro la Resistenza partigiana che si batte con gli Alleati anglo-americani contro l’occupazione nazi-fascista della Penisola Quelli che seguono sono stralci dalla cronaca dell’8 settembre 1943 scritta da un caporalmaggiore, Giovanni Giovannini, che era in servizio nella IV Armata, nel Sud della Francia. Simile a tante altre nello sconcerto, nell’amarezza, nella vergogna. Eppure diversa. Quel soldato,...

Questo contenuto è riservato ai soli abbonati.

Giornale digitale di informazione e partecipazione attiva