Finito un anno, nel prossimo sono in calendario le elezioni Europee. Le famiglie, come le imprese, si aspettano che succeda qualcosa di nuovo, di rilevante. Ma nulla di concreto – in positivo – sta succedendo. La novità sono le promesse. Quelle continuano ad essere fatte, con poco pudore, rinviando più in là la prova del fuoco con il consenso dei cittadini


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Il governo Meloni fatica molto a mantenere le tante, troppe promesse elettorali fatte ai votanti reali e potenziali e quindi si barcamena con altre promesse ancor più… compromettenti. Quindi il tempo passa, la gente, le famiglie, le imprese aspettano e però non succede nulla di utile, di rilevante ai fini del consumi delle famiglie e dei singoli e del rilancio delle imprese.

La pochezza culturale dei membri del suo governo non aiuta certo a migliorare la qualità delle proposte. Loro accusano Draghi di aver trasferito in Italia le linee di fondo della Bce. Ma anche questo è un processo che bisogna saper interpretare e seguire… Il governo Meloni sembra non possedere l’Abc degli strumenti di indirizzo e di comando, e tutto il Paese ne risente in modo palese. Nel breve e ancor più nel medio-lungo periodo. Meloni ora ha una febbre influenzale. Aspettiamo di vedere quando e come ne esce. Con quale voce. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.