In cima alla classifica “Best Diets Overall di US News&World Report”, dopo essere state valutate 38 diete diverse stilando le classifiche in 21 categorie, la dieta mediterranea resta la migliore in assoluto per perdere peso, far fronte alla menopausa, contrastare le infiammazioni e preservare la salute mentale. un’alimentazione sobria, ma ricca di alimenti vegetali, cereali, legumi, pesce e olio d’oliva, corroborato dalla attività motoria e dalla socialità, rimane dunque imbattibile anche nel ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili. Per l’Oms e la Fao, è anche l’alimentazione più sostenibile al mondo. Eppure, secondo l’Istituto Superiore della Sanita, solo il 5% degli italiani segue il modello alimentare della Dieta mediterranea, mentre cresce il consumo di alimenti ultrapocessati diffusi da un marketing martellante


◆ L’articolo di VITO AMENDOLARA

Il benessere e la tutela della salute delle comunità come fine, opinione consolidata della scienza a livello mondiale, lo si ottiene aderendo al modello alimentare sancito dall’Unesco nel riconoscimento della Dieta Mediterranea. Il modello, cosi declinato, va usato come mezzo perché ci indica ciò che serve, quello che dobbiamo fare e ci offre gli strumenti per conseguire il risultato finale: avere cura della propria salute. Questa affermazione non contrasta con il diritto alla salute previsto dalla nostra costituzione all’art 32, ma rappresenta la responsabilità e il primo dovere che ciascuno di noi ha di star bene.

Utilizzare con intelligenza un “mezzo” per raggiungere il fine, significa attivare una educazione comportamentale capace di innescare un nuovo processo nel dotarsi di efficaci strumenti, per non rimanere prigionieri delle abitudini quotidiane imposte dalla pubblicità ingannevole. Le multinazionali e le mode di turno ci orientano verso modelli e stili di vita facili, comodi e intrisi di modernità, spesso – se non sempre – a scapito del benessere personale e collettivo. La bolla globale in cui siamo immersi staglia lo stile di vita e il modello alimentare “Dieta mediterranea” come un fine o un obiettivo irraggiungibile, ancorché osannato e promosso come elisir di lunga vita. Nei fatti, anche per il 2025 e per l’ottavo anno consecutivo, la Dieta mediterranea resta in cima alla classifica “Best Diets Overall” di US News&World Report. 

Per decretare questo risultato, sono state valutate 38 diete diverse stilando le classifiche in 21 categorie, definendo la Dieta mediterranea la migliore dieta in assoluto: per perdere peso, per fare fronte alla menopausa, contrastare le infiammazioni e preservare la salute mentale. Questo modello alimentare, basato prevalentemente su un’alimentazione sobria, ma ricca di alimenti vegetali, cereali, legumi, pesce e olio d’oliva, corroborato dalla attività motoria e dalla socialità, rimane dunque imbattibile anche nel ridurre il rischio di malattie croniche non trasmissibili. Ma vi è di più. Oltre ad essere il più sostenibile al mondo (fonte Oms-Fao) dal punto di vista biologico e nutrizionale, è uno dei regimi alimentari più semplici e più completi da seguire. Esso non si basa  sul conteggio delle calorie, ma sulla combinazione equilibrata di alimenti che appartengono al nostro territorio, al patrimonio agricolo e paesaggistico del Mediterraneo e del nostro Paese e non contempla i prodotti ultraprocessati, dannosi per la salute.

Eppure, secondo l’Istituto Superiore della Sanita, solo il 5% degli italiani segue il modello alimentare della Dieta mediterranea, il resto opta sempre più per scelte globalizzate, confermando un continuo allontanamento dai modelli alimentari tradizionali, con un impatto  devastante sulla società:  aumento dell’obesità, ricadute pesanti sui costi della sanità, aumento del  tasso di mortalità causato dalle malattie non trasmissibili. Nei fatti stiamo assistendo alla profonda trasformazione dei sistemi alimentari che continua a generare enormi ripercussioni sulla salute pubblica; si parla di  “transizione alimentare” che tende a far aumentare il business delle multinazionali, piuttosto che adoperarsi per il rispetto e la tutela della salute individuale e collettiva e per sviluppare la prevenzione delle malattie croniche.

In una rivisitazione dei sistemi alimentari utili alle nostre società, il destinatario della “domanda” per un cibo sano e nutriente, non può che essere il cittadino consapevole e protagonista delle proprie scelte. La tutela della salute si ottiene con la prevenzione primaria basata sull’adozione di uno stile di vita sano. Lo “strumento” esiste ed è la Dieta mediterranea. Urge “insegnare” alle diverse comunità come utilizzarlo, prima che la transizione alimentare, ad opera dei potenti del cibo, diventi strutturale e irreversibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Delegato confederale Coldiretti di Bari, precedentemente con lo stesso incarico a Reggio Emilia. Già direttore regionale della Coldiretti Campania, è attualmente presidente dell’Osservatorio Dieta Mediterranea e vicepresidente della “Federazione europea sulla sicurezza sanitaria e sicurezza animale”, con delega alla sicurezza alimentare. È componente dell'Advisor Board della European Lifestyle Medicine Organization di Ginevra. Docente a contratto presso le università Parthenope e Federico II di Napoli. Giornalista pubblicista e accademico della Cucina italiana, nominato dal Presidente Sergio Mattarella Ufficiale della Repubblica