L’Italia ha detto un “no” gridato al cibo sintetico, che è prima di tutto la cosiddetta carne sintetica, cioè la carne prodotta in laboratorio e non in allevamento. A parte l’improprietà del termine sintetico (si ragiona su una produzione dalle cellule staminali, quindi da un organismo vivente) si tratta di una posizione del governo annunciata il 28 marzo scorso, con un disegno di legge che vorrebbe vietare la produzione e immissione «sul mercato di alimenti e mangimi sintetici». Eppure questo “no” − che non solo potrebbe limitare la strage della macellazione degli animali − è un negare la possibilità al futuro di dare da mangiare a tutto il mondo e di fermare l’inquinamento massiccio che gli allevamenti intensivi comportano L’articolo di ALFREDO T. ANTONAROS COMINCIO CON UNA CONFESSIONE: amo la cucina, soprattutto quella italiana e adoro i suoi piatti, le ricette di Pellegrino Artusi a quelle più leggere dei cuochi contemporanei, e mi commuovono formaggi, paste, salumi eccetera. Detto questo non sono per nulla d’accordo con Massimo Fini che si è scomodato, sul “Fatto” del 31 marzo scorso, a fare i compimenti alla presidente del Consiglio per il divieto posto dal Governo contro il cibo sintetico. Perché, chi scrive su un giornale dovrebbe, a mio parere, prima di salmodiare frasi tipo...

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Scrittore di romanzi, drammaturgo, sceneggiatore di film, saggista, direttore di teatro, autore e conduttore tv. Nei suoi romanzi centrale è il tema dell’esilio. Nei suoi saggi si è occupato in particolare dell’evoluzione sociale e culturale dell’alimentazione.