La locandina di “Adolescence”, la miniserie su Netflix diretta da Philip Barantini con Stephen Graham e Owen Cooper

Il thriller psicologico diretto da Philip Barantini in quattro episodi, tra i titoli delle serie più viste, ha superato in poche ore “Il Gattopardo”, lasciando nei tantissimi spettatori più domande che risposte sulla devianza giovanile. La prima delle quali riguarda il peso debordante dell’opinione pubblica sulla stessa legge. Scritta da Steven Graham e Jack Thorne, la serie racconta una tranquilla cittadina britannica sconvolta dalla tragica scoperta del corpo di una quattordicenne trovato in un parco locale, l’accusa di omicidio di un ragazzo di tredici anni e le conseguenze devastanti sulla vita quotidiana della sua famiglia. Ottimi gli interpreti, tutti perfettamente nella parte, con una menzione particolare per lo stesso Graham, nei panni del padre di Jamie Miller, e il suo interprete Owen Cooper, credibilissimo tredicenne


◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *

Con colpevole ritardo ho guardato i quattro episodi di “Adolescence”, la miniserie Netflix che in poco più di un mese ha frantumato tutti i record di ascolto della piattaforma. E dunque non dirò niente di nuovo rispetto ai tanti che mi hanno preceduto:  è davvero un eccellente esempio di come si possa confezionare un prodotto seriale che non ha nulla da invidiare al miglior cinema, non soltanto per i contenuti e per la recitazione, ma anche per le tecniche di ripresa.

Tutti gli episodi, della durata di un’ora, sono stati girati con un unico piano sequenza, senza stacchi e senza interruzioni. Nel primo assistiamo al traumatico arresto di un tredicenne, allo sconcerto della famiglia, e alle procedure di polizia che precedono la sua incriminazione per l’uccisione a coltellate di una compagna di scuola. Nel secondo i poliziotti si presentano a scuola per interrogare i compagni della vittima e del presunto assassino. Cercano le motivazioni del delitto, ma si scontrano con i codici di comportamento di un mondo che non sono in grado di capire. Nel terzo il tredicenne, confinato in un istituto in attesa del processo, ha un lungo e teso confronto con la psicologa incaricata di studiare la sua personalità. Nel quarto il padre, la madre e la sorella maggiore del tredicenne affrontano, insieme alla loro angoscia, anche la riprovazione sociale dei vicini, e si interrogano su quello che avrebbero potuto fare per cambiare le cose.

“Adolescence” è una serie inglese ideata da Jack Thorne e Stephen Graham, e diretta da Philip Barantini. Ma il disagio adolescenziale è un tema universale, e questo spiega in parte il suo successo su scala mondiale. Il resto lo fanno gli attori, tutti perfettamente nella parte. Meritano però una menzione particolare lo stesso Graham, nei panni del padre, e il giovane Owen Cooper, credibilissimo tredicenne anche se in realtà di anni ne ha quindici. Sentiremo ancora parlare di lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

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Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.