È stata come un pugno nello stomaco la notizia arrivata ieri a metà mattina da Franco Corleone: Claudia è morta. Lì per lì pensi di non aver capito; al telefono, a Franco si rompe la voce, piange. È tutto vero. Di lì a poco altre telefonate di colleghi e amici, messaggi increduli e costernati. Come fai a crederci se Claudia il giorno prima era alla Casa dei giornalisti a votare per il rinnovo delle cariche dell’Ordine e poi a pranzo a progettare un viaggio negli Stati Uniti per toccare con mano quel che avviene nel cuore malmostoso dell’impero d’Occidente. Andare sul posto e toccare con mano è stato il suo lavoro per vent’anni ad Ambiente Italia, la trasmissione che ha costruito un linguaggio televisivo sull’informazione ambientale che prima non c’era, come ricorda nell’articolo che segue Beppe Rovera. Tra una missione e l’altra eravamo faccia a faccia alla stessa scrivania nella redazione di Via Verdi sotto la Mole, fino a quando i geni che dirigevano la Tgr, nel 2016, chiusero la trasmissione pioniera della Rai sull’ambiente e l’ecologia, nel momento in cui la crisi ecologica impegnava Papa Bergoglio a dire al mondo, con un’enciclica, che la “casa comune è in fiamme” e urge salvarla. Una decisione stolta che disperse un patrimonio professionale di rilievo nato e cresciuto a Torino e diffuso in tutte le redazioni d’Italia. Da lì in poi chi ha potuto ha fatto altro, tutti umiliati da decisioni immotivate e irrispettose del lavoro svolto nel servizio radiotelevisivo pubblico con capacità e dedizione per un quarto di secolo da un gruppo di professionisti di valore. Claudia era già andata oltre con la testa, mettendosi a girare in proprio documentari sulle storie che le illuminavano il volto quando le illustrava in redazione ai “quattro gatti” rimasti, quattro di numero: Mia e Beppe, Alessia ed io. Se n’è andata all’improvviso forse nel sonno, senza soffrire. Maledettamente presto per i progetti che ha continuato ad abbozzare nella sua testa e le passioni che pulsavano nel suo cuore inquieto. Ciao Claudia, che la terra, alla fine del viaggio, ti sia finalmente lieve e nei tuoi campi elisi sboccino «fiori detti pensieri,/ rose dette presenze,/ sogni che abitino gli alberi,/ canzoni che facciano danzare le statue». — (igor staglianò)
◆ Il ricordo di BEPPE ROVERA

► Se ne è andata all’improvviso, lasciando a Milena, amica tra le più vicine, lo strazio del ritrovamento. Non rispondeva alle chiamate e una volta entrati nella sua casa eccola distesa nel letto, gli occhiali ancora in mano. Come dormisse. Claudia Apostolo aveva 69 anni, era una giornalista sensibile e motivata. Liceo classico e Università, anni e anni di tirocinio per arrivare a svolgere la professione come lei la immaginava, libera, competente, al servizio della collettività. Del resto aveva respirato giornalismo sin da piccola, quando papà Gino, cronista della Stampa, se la portava talvolta al giornale e la “parcheggiava” anche per ore − come lei stessa divertita raccontava − ad attenderlo davanti alle porte della redazione, travolto da riunioni forse tempestose. Nel suo bagaglio c’è tanta scrittura; scriveva per quotidiani e riviste, ha collaborato a preparare programmi radiofonici e televisivi, s’è spesa in mille comunicati. Si appassionava alle storie delle persone, perdeva la testa dietro a progetti di cui prima di altri ne intuiva la portata.
Quando arrivò ad Ambiente Italia, nei primi anni ’90, non fu da meno. Aveva una sensibilità spiccata per i temi dell’ecologia, si interessava di rifiuti e inquinamenti vari, di energie pulite, di scempi paesaggistici quando ancora non erano così popolari e chi se ne occupava poteva apparire agli occhi dei colleghi una sorta di boy scout mai cresciuto. Ci aiutò a cercare un linguaggio capace di coinvolgere su tali vicende la platea televisiva più vasta, mettendosi a disposizione, scendendo in campo direttamente. Valigia pronta e via per l’Italia, da Nord a Sud, isole comprese. La cronaca dettava la scaletta delle trasmissioni che si susseguivano settimanalmente: alluvioni, terremoti, proteste clamorose, inchieste giudiziarie, mobilitazioni di volontariato, iniziative varie. Tutte occasioni per approfondire e offrire ai telespettatori un punto di vista originale e innovativo.
Curiosa come deve essere un giornalista, Claudia offriva la sua opinione con generosità; mai banale, riferiva di vicende sconosciute che meritavano i riflettori perché esemplari, anticipatrici rispetto all’evoluzione degli eventi. Parlava di riciclaggio, economia circolare, energie rinnovabili, mobilità sostenibile, pianificazione territoriale, tutela delle coste, ritiri dei ghiacciai quando l’interesse generale era altrove. Si era abbeverata alla sapienza di giornalisti pionieri della materia come Mario Fazio, Vittorio Emiliani, Antonio Cederna e altri che aveva contribuito a coinvolgere via via nelle puntate di Ambiente Italia. Sapeva riconoscere i meriti altrui e ci teneva a farne partecipi tutti. La ricordo nel fango di alluvioni tremende, tra le montagne di rifiuti del casertano, in mezzo ai volontari dell’Aquila terremotata, nei siti ancora contaminati dell’amianto da nord a sud, dalle aree a elevato rischio industriale. In perfetta sintonia con gli altri inviati, proponeva un racconto che aiutava ad andare oltre nella lettura degli accadimenti, perché si potesse trarne un insegnamento.
Ma lo stesso entusiasmo Claudia lo riversava nella comunicazione del bello. Quanti servizi, collegamenti per descrivere luoghi da preservare, beni culturali sfuggiti all’attenzione dei più, curiosità dal mondo. Andò in Amazzonia per seguire gli scienziati che monitoravano il “respiro” dell’ultimo grande polmone della terra minacciato dagli speculatori e tornò con curiosità ancora sconosciute. Appassionata di tutto, Claudia ha seguito da vicino i movimenti più interessanti; immancabili i suoi interventi dal Salone del gusto di Slow Food e Terra Madre, come dal Salone del libro o dagli appuntamenti via via organizzati dalle varie associazioni ambientaliste. La vedo arrivare in redazione col suo sorriso aperto, pronta a segnalare un libro, un film, un articolo, un programma… Aveva sempre una novità, era sempre un passo avanti. Una bella persona, una compagna di viaggio invidiabile in una redazione che per 25 anni ha cercato di dare un contributo perché il Paese potesse disporre di informazioni utili alla sua crescita virtuosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA