Negli ultimi vent’anni i costi globali degli eventi estremi è andato avanti al ritmo di 16 milioni di dollari all’ora


“Gli eventi climatici estremi ci sono sempre stati”, è il salmodiare della Destra, in testa Salvini con la sua felpa-saio. Questi ipocriti baciapile, sempre pronti a genuflettersi davanti al Papa, anche se La Russa lo fa con un po’ di difficoltà, ma è solo per l’artrosi, se ne fottono beatamente del recente monito del Papa contro i negazionismi. Chissà se sono più sensibili al quattrino?

Uno studio apparso sulla rivista scientifica “Nature Communications” ci informa che nel 2022 ascende a 280 miliardi di euro di danni il “conto” globale presentato dagli eventi estremi, che, sull’arco degli ultimi 20 anni, è andato al ritmo di 16 milioni di dollari l’ora (Il Sole 24 Ore – Radiocor Plus 09 ott. – Milano).  Lo studio è il primo a calcolare una cifra a livello globale dei danni economici a persone e proprietà e le cifre sono probabilmente sottostimate, a causa della mancanza di dati sui Paesi a basso reddito. Sempre secondo lo studio tra il 2000 e il 2019 la media è stata invece di “soli” 140 miliardi di euro, con 1,2 miliardi di persone colpite. L’accelerazione del climate change – “siamo sull’autostrada per l’inferno, con il piede sull’acceleratore” – trova un “riscontro economico” nell’accelerazione per la spesa dei danni da eventi estremi.

“L’accelerazione c’è sempre stata, fin dai tempi di Newton” ha tagliato corto Vannacci, dicono i suoi, con una profonda riflessione epistemologica a smentire il suo abituale piglio da macho. — (m.s.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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