Dopo lo sgomento ed il silenzio irreale, come si fa con persona cara ed affezionata che si perde, nei salotti “bene” come nei bar più popolari si parla di lui. Lo si fa con mestizia discreta, ché l’assenza si sente e tutti si è un po’ perduti. Schivo come i sardi più riottosi. Orgoglioso e testardo come solo i sardi sanno essere, si è fatto rapire dall’isola che lui ha scelto preferendola ai clamori di squadre blasonate. Il Campione ha scelto la Sardegna e i sardi hanno scelto lui. I cagliaritani lo hanno ovattato in una città nido. E parte, nella rete, la “petizione” sulla sua statua da ergere in piazza Yenne, in sostituzione del contestato re piemontese
◆ Il commento di SIMONA SCIONI
► Tutto scorre e il tempo, alle volte, consola se hai conosciuto, incrociato, vissuto con persone speciali. Così vive Cagliari e la Sardegna nei giorni che seguono la scomparsa dell’intoccabile, non solo per i sardi, Gigi Riva. Tutta Cagliari ha trattenuto il respiro. Che non fosse in forma, lo si sapeva da tempo ma nessuno era preparato al peggio. Questo no.
Tutto si è dunque fermato ed è piombato il silenzio. Perfino la campagna elettorale, che vede decine e decine di candidati in corsa per le prossime regionali, ha visto concedere alle bacheche dei malcapitati amici social, un po’ di respiro dalle gare di saccenza e avanguardia dei consulenti social-media marketing. Tutta fuffa messa da parte. Lui, uomo concreto che ha insegnato per generazioni a concretizzare, ha messo tutto a tacere e ristabilito le priorità di valori, ancora una volta.
Lui, che tutti si aspettava di incontrare in una delle sue passeggiate in centro, nelle vie dello shopping, non c’è più. Mancava da un po’, in realtà, da quelle passeggiate. I cagliaritani e i tifosi più informati, quelle passeggiate, le conoscevano bene. Usciva e sapeva d’essere atteso. Sorrideva compiacente, a chi lo omaggiava di un sorriso d’intesa. Incedeva maestoso, avvolto nel paltò o impermeabile, come un gattopardo signore del feudo che aleggia fra gli abitanti del borgo.
Sapeva di essere il Re indiscusso dei cuori di Cagliari e della Sardegna. Lo inorgogliva ma anche lo imbarazzava un po’, ma è proprio questa sua generosa modestia, questa sua umiltà sincera, che rendeva quell’indiscusso campione sul campo, quel Rombo di Tuono dello Stadio Amsicora, l’uomo amato e protetto dall’affetto dei sardi più di ogni altro nella storia.
Schivo come i sardi più riottosi. Orgoglioso e testardo come solo i sardi sanno essere, si è fatto rapire dall’isola che lui ha scelto preferendola ai clamori di squadre blasonate. Il Campione ha scelto la Sardegna e i sardi hanno scelto lui. I cagliaritani lo hanno ovattato in una città nido. Orgogliosi hanno diviso il suo carisma con le nazionali che Gigi Riva ha sempre seguito, ma gelosamente consapevoli che lui, il loro Gigi Riva, sarebbe tornato a casa, sinceramente leale e fedele alla Sardegna.
Così, dopo lo sgomento ed il silenzio irreale, come si fa con persona cara ed affezionata che si perde, nei salotti “bene” come nei bar più popolari nei quali la sua foto con la maglia bianca del Cagliari, oramai ingiallita dal tempo, non è mai mancata, si parla di lui. Lo si fa con mestizia discreta, ché l’assenza si sente e tutti si è un po’ perduti. L’affetto permane immutato e nel salotto della rete, mentre ancora si sistemano gli allestimenti per le migliaia di affezionati che lo hanno salutato in presenza, nel sagrato della Basilica di Bonaria, “è partita” la petizione che vuole una sua statua ergersi in piazza Yenne, in sostituzione del contestato Carlo Felice. Lui è stato il vero Re dei sardi, quello dei cuori rosso-blu. Le sue spoglie terrene saranno conservate nella cappella di famiglia nello storico cimitero monumentale di Bonaria, a comporre, a pieno titolo e diritto, un capitolo importante della storia di Cagliari e della Sardegna. © RIPRODUZIONE RISERVATA