La notte del 23 giugno è la più lunga e vivace nell’arcipelago, ma è festa anche negli altri giorni. Sulle bancarelle e nei chioschi sono in mostra le specialità locali con una grande varietà di formaggi e marmellate. Nei ristoranti e sui tavoli della festa si gusta l’alcatra, uno stufato di carne bovina che qui, come tradizione, è l’equivalente del tacchino farcito nel Giorno del Ringraziamento per gli americani. Tra le tradizioni che continuano c’è quella delle touradas, le corride. A Terceira, durante il periodo estivo, si tengono più di 230 corride tradizionali, tipiche delle Azzorre. Ogni fine settimana, da aprile a fine autunno, la gente di Terceira festeggia le touradas à corda. I tori qui sono rispettati anche perché pare che siano stati decisivi nella Battaglia della Salga del 25 luglio 1581 contro gli invasori spagnoli: un pannello decorato dagli azulejos li raffigura, condotti da una pastora, sulla spiaggia di Vila de São Sebastião a dar man forte ai soldati. Per Joao de Melo «questo è il centro della Terra, forse dell’Universo»

◆ Il viaggio di CESARE A. PROTETTÌ, inviato alle Azzorre

► Capitare alle Azzorre nella settimana a cavallo del giorno di San Giovanni, il 24 giugno, può davvero rappresentare “una serena vertigine”: sono i giorni delle Sanjoaninas, le feste intitolate al santo patrono di tutte le nove isole dell’arcipelago che in quei giorni si vestono a festa e offrono i loro spazi a chi vuole celebrare la vita recuperando antiche ricette e solide tradizioni nel segno della semplicità e del rispetto dell’ambiente. Qui è un po’ presto per vedere la completa e rigogliosa fioritura delle ortensie, ma è il tempo giusto, ad Angra do Heroísmo, per assistere alle Sanjoaninas, le festività più importanti dell’arcipelago. Angra, la più antica città delle Azzorre, è la capitale dell’isola di Terceira e il suo centro storico è classificato dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La notte del 23 giugno è la più lunga e vivace nell’arcipelago, ma è festa anche negli altri giorni. Sulle bancarelle e nei chioschi sono in mostra le specialità locali con una grande varietà di formaggi e marmellate. Nei ristoranti e sui tavoli della festa si gusta l’alcatra, uno stufato di carne bovina che qui, come tradizione, è l’equivalente del tacchino farcito nel Giorno del Ringraziamento per gli americani. Non a caso la principale attività economica di Terceira sono l’allevamento del bestiame e la produzione di latticini e prodotti e caseari. I bovini pascolano e ruminano tranquilli all’interno di stazzi ricchi di erba fresca, delimitati da muretti di pietra lavica: finita l’erba di uno stazzo si spostano nell’adiacente dove nel frattempo l’erba è cresciuta grazie al clima mite e alle frequenti piogge. Non per nulla nasce qui il famoso anticiclone delle Azzorre. Le vacche non devono neppure spostarsi per la mungitura: la macchina mungitrice, a bordo di un trattore, si muove di stazzo in stazzo alla bisogna.

Anche gli spettacoli musicali e i giochi per adulti e bambini si svolgono in modo sostenibile e rispettoso sia dell’ambiente e sia dei timpani degli spettatori. Ho visto con i miei occhi e toccato con le mie mani una giostra, senza motori, fatta di robuste canne di bambù adattata di volta in volta dal giostraio al peso e all’altezza dei partecipanti; ho visto altalene realizzate con una vecchia poltrona o una vasca da bagno appesi a rami robusti, mentre la gente ballava sui ritmi e le melodie dettati da una ragazza che suonava la fisarmonica e da un ragazzo con l’armonica a bocca (vedi il video). Non ci sono amplificatori e nessuno ne sente la mancanza.
L’efficace manifesto di quest’anno delle Sanjoaninas è la sintesi di tutto questo, con l’aggiunta dell’esplicito riferimento a Os Lusiades, l’opera principale di Luìs Camões, l’Omero portoghese. Scritto nel 1572, è stato il primo poema epico a celebrare la navigazione oceanica. Venere, la Dea dell’Amore – narra Camões – chiese a suo figlio Cupido di ricompensare i marinai portoghesi per i loro enormi sforzi e i grandi risultati nella scoperta di nuove terre e di un nuovo mondo. E gli diede quest’idea: porre sulla via del ritorno dei navigatori un’isola bellissima, piena di prelibatezze e di bellissime ninfe, dove i navigatori avrebbero trovato riposo e conforto nelle delizie del piacere, e avrebbero dato alla luce figli forti e belli che sarebbero stati i nuovi portoghesi nati su un’isola benedetta dagli dei.

Quell’isola era Terceira che, nei viaggi di ritorno, anche in epoca recente, era l’ultimo scalo per le navi prima della destinazione finale, Lisbona, il grande porto sul fiume Tejo al suo sbocco sull’oceano. Un’isola dove il 16 marzo 2003, il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush, il primo ministro britannico Tony Blair, il primo ministro spagnolo José María Aznar e il primo ministro portoghese José Manuel Barroso, si sono riuniti per discutere l’invasione dell’Iraq, che ebbe inizio quattro giorni dopo, il 20 marzo 2003. Un evento che non molti isolani hanno piacere di ricordare forse anche per il fortissimo contrasto con l’immagine che il critico d’arte John Berger ha dato di questi luoghi: un ponte su quello che ha chiamato «l’angusto abisso di incomprensione che sta tra noi e la natura» e che ci fa amare questi «monti di fuoco, vento e solitudine», come li chiamò uno dei primi esploratori portoghesi nel Cinquecento.
Nel manifesto di quest’anno per le Sanjoaninas, Terceira è presentata come l’ Isola dell’Amore con la sua architettura, il mare che la circonda e l’atmosfera vibrante dei festeggiamenti. «Il manifesto – ha scritto Luiz Fagundes Duarte – rappresenta la natura profondamente umana di queste festività che sono più di un semplice evento culturale: sono un luogo di incontro e di ritrovo, dove famiglie e amici celebrano la vita, la tradizione e i sentimenti che li uniscono».
Tra le tradizioni che continuano c’è quella delle touradas, le corride. Qui a Terceira durante il periodo estivo, si tengono più di 230 corride tradizionali, tipiche delle Azzorre. Ogni fine settimana, da aprile a fine autunno, la gente di Terceira festeggia le touradas à corda. Il toro è lasciato libero nelle vie principali della città con una lunga corda attorno al collo, esile sistema di sicurezza a vantaggio dei coraggiosi che cercano di avvicinarsi con un panno rosso, un po’ come accade nella Festa di San Firmino in Spagna. Qui a Terceira questo tipo di sfida popolare ha avuto inizio nel XVI secolo ed è ormai una tradizione che si aggiunge alla più recente corrida equestre portoghese nella quale, nell’arena, un cavaleiro, vestito con abiti del Settecento e una giacca di seta e pizzi ricamata in oro, sfida il toro, sfiorandolo con volteggi e cambi di direzione fino a stremarlo. I manifesti di quest’anno per la Grandiosa Corrida Mista del 24 giugno recano i nomi di alcuni famosi cavaleiros e toreri portoghesi: Tiago Pamplona, Manuel Escribano, Emilio De Justo. I forcados amadores, protagonisti minori di questo spettacolo di tauromachia, vengono da Vila Franca de Xira, un centro abitato a est di Lisbona e a questa contiguo, lungo il Tejo, costeggiato dalla ferrovia. E dai finestrini del treno non è infrequente, durante certe feste, vedere i paesani impegnati nelle sfide di destrezza con il toro che trotterella per le vie del paese appositamente transennate perché, com’è nel suo carattere, a volte si imbufalisce e parte alla carica costringendo a coreografici salti oltre le transenne i giovanotti del luogo desiderosi di farsi belli con le ragazze.

I tori qui sono rispettati anche perché pare che siano stati decisivi nella Battaglia della Salga del 25 luglio 1581 contro gli invasori spagnoli: un pannello decorato dagli azulejos li raffigura, condotti da una pastora, sulla spiaggia di Vila de São Sebastião a dar man forte ai soldati isolani. Tori e vacche, da carne e da latte, sono quietamente presenti lungo i vari percorsi dell’isola scelti per un turismo consapevole e responsabile. Le agenzie locali fanno di tutto perché le escursioni siano svolte in modo sostenibile, incoraggiando e coltivando un elevato livello di responsabilità nella protezione e conservazione del patrimonio naturale e culturale. Quasi tutte adottano il “Codice di condotta e buone pratiche per i visitatori nelle aree protette – Icnf”. E questo in tutti gli spazi naturali in cui svolgono le loro attività, siano essi aree protette o meno. Il codice Icnf prevede di rispettare gli usi e i costumi locali; rispettare la gente del posto; rispettare la proprietà privata, chiudere i cancelli se compaiono lungo il percorso; evitare rumori e atteggiamenti che disturbino la quiete locale; mantenere le distanze dagli animali, non dar loro da mangiare, osservarli se possibile con un binocolo; non raccogliere piante né campioni geologici; non accendere fuochi, utilizzare lanterne ecc. Il codice prevede anche che i sentieri dovrebbero essere utilizzati da piccoli gruppi alla volta, poiché troppi visitatori possono causare erosione e distruzione della vegetazione.

Di Terceira Joao de Melo, nel suo libro Açores, o segredo das ilhas, ha scritto: «Questo è il centro della Terra, forse persino il centro dell’Universo. L’Algar do Carvão, sul fondo della grande Caldeira vulcanica, funge da asse verticale assoluto di quest’isola». © RIPRODUZIONE RISERVATA