Nel messaggio video che segue la cooperante umanitaria Giuditta Brattini denuncia le sofferenze dei feriti e dei malati cronici senza più i medicinali necessari per la loro sopravvivenza. E, nel testo che pubblichiamo, fa appello alle rappresentanze nazionali e internazionali dei giornalisti per ottenere i visti delle autorità israeliane che consentano l’accesso di reporter e telecineoperatori dal valico di Rafah per documentare il dramma dei palestinesi rinchiusi nella Striscia


Da molti anni Giuditta Brattini lavora in progetti di cooperazione attraverso le Onlus “Gazzella” e “Fonti di Pace”. È arrivata a Gaza per avviare un progetto di riabilitazione destinato a bambini ed adolescenti palestinesi colpiti e mutilati nelle guerre precedenti qualche settimana prima della strage del 7 ottobre nei kibbutz attorno alla Striscia. Il progetto coinvolge gli ospedali pubblici palestinesi ed è finanziato dalla Chiesa Valdese italiana. Si trova bloccata da giorni al valico di Rafah al confine con l’Egitto con altri 45 cooperanti umanitari internazionali in un parcheggio a ridosso della recinzione del valico. Ieri ha mandato questo nuovo messaggio

Dalla Striscia di Gaza, Giuditta Brattini – 25 ottobre 2023

«Ieri nel pomeriggio, un aereo ha sorvolato anche il posto dove siamo noi, il campo dell’Unrwa a Rafah, e ha lanciato dei volantini scritti in lingua araba, chiedendo alla popolazione di fornire informazioni su dove Hamas sta tenendo gli ostaggi, le persone sequestrate il 7 di ottobre. Ovviamente queste informazioni, era scritto sul volantino, prevedono una buona ricompensa indicando i numeri di telefono whatsapp e quant’altro per dare le informazioni. Le persone presenti nel campo hanno strappato i volantini.

La nostra situazione di cooperanti stranieri è ancora bloccata. Siamo sempre in attesa di ricevere indicazioni su quando potremo muoverci per passare il confine. A tutt’oggi, non è arrivata nessuna indicazione precisa. Era stato ipotizzato che in questi giorni potessimo raggiungere Rafah e passare il valico ma la cosa sembra complicarsi sempre più. Tra l’altro, al border di Rafah ci sono centinaia di persone in attesa di poter uscire per raggiungere in Egitto i parenti e cercare di sopravvivere a questo sterminio. Di questo stiamo parlando. 

Ci sono inoltre parecchie ambulanze che avrebbero la necessità di trasferire molti feriti in Egitto per le cure, poiché gli ospedali nella Striscia sono ormai al collasso. Ieri nel tardo pomeriggio il Nasser Hospital è stato bombardato, ci sono stati sei morti e continuano così i crimini dell’esercito israeliano, e mi pare di capire che tutto si consumi nel silenzio assoluto della comunità internazionale. 

Personalmente, ancora una volta devo constatare che, a parte le informazioni che possono arrivare attraverso Al Jazeera, qui di giornalisti, reporter e fotografi non se ne vedono. Ci dicono che sono al border di Rafah in attesa del permesso di ingresso del governo israeliano. Nei giorni scorsi un altro giornalista palestinese è stato assassinato e credo che sarebbe cosa giusta che l’ordine dei giornalisti facesse pressione affinché possano arrivare qui reporter e addetti all’informazione per documentare quello che è avvenuto, come sta vivendo la popolazione, e la condizione in cui stanno operando i medici negli ospedali».

Da Gaza, per “Fonti di Pace”, mercoledì 25 ottobre 2023

_____

Emergenza Gaza: «doniamo ora»

«I fondi raccolti saranno destinati, appena possibile, all’acquisto di generi alimentari e materiali di prima necessità, medicinali e tutto quanto sarà possibile fornire per sollevare il popolo di Palestina dall’ennesima sofferenza.

Puoi fare la donazione a “Fonti di Pace”:

IBAN IT45N 01030 01656 000002624683 causale: Emergenza Gaza

Ringraziamo tantissimo tutte le amiche e gli amici che hanno già mandato il loro contributo, siamo arrivati a ottomila euro. Con Giuditta troveremo il modo di far arrivare il vostro aiuto. Siamo tutt’ora in contatto con il dr. Yaghi della Palestinian Medical Relief Society».

“Fonti di Pace”, giovedì 26 ottobre 2023

Giornale digitale di informazione e partecipazione attiva