L’AIR RESOURCES BOARD della California ha annunciato nel dicembre scorso i piani per portare lo Stato a zero emissioni nette di carbonio entro il 2045. Il governatore Gavin Newson ha dichiarato: «La California sta guidando la trasformazione economica più significativa del mondo dalla rivoluzione industriale: stiamo riducendo l’inquinamento, voltando pagina sui combustibili fossili e creando milioni di nuovi posti di lavoro» (https://www.juancole.com/2022/12/california-significant-transformation.html). 

In poco più di vent’anni la California ridurrà a un decimo gli attuali 1,8 milioni di barili di petrolio al giorno, usati principalmente per i trasporti. E con l’impulso della trazione elettrica lo smog sarà ridotto di un 70%, con una stima di 200 miliardi di dollari di costi sanitari risparmiati. Per l’elettricità in 1,5 milioni di case verranno installati 4,5 GW di fattorie del vento, ricorrendo al decreto Biden che consente l’utilizzo delle superficie marine per i parchi eolici. 

Quattro nuovi milioni di posti di lavoro e un balzo del Pil da 3,2 a 5,1 migliaia di miliardi di dollari è il risultato previsto per questa rivoluzione “green”. Come Stato la California ha oggi il quarto Pil mondiale, davanti alla Germania (che ha il doppio dei suoi abitanti). Forse, a quel lumbard di Salvini farebbe bene un po’ di turismo in California per capire che cos’è una rivoluzione industriale. Ma lui, sveglio com’è, pensa al Ponte sullo Stretto. — (m. s.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giornale digitale di informazione e partecipazione attiva