Il Pil nel 2021 è cresciuto del 6,5% (sotto il livello pre pandemia) e l’emergenza lavoro resta: anzi, ci sono assunzioni più precarie di prima: il 35% dei nuovi contratti ha una durata inferiore ai 30 giorni; il 37% oscilla tra i 2 e i 6 mesi. Dopo dieci o quindici anni ci si ritrova al punto di partenza: precari, sottopagati o disoccupati. In aumento il “lavoro povero”: la retribuzione media di un precario è di 8.500 euro. La vicenda dei 450 lavoratori “somministrati” messi sul lastrico da Poste Italiane da Reggio Calabria al nord Italia. Assunti, ma dalle Agenzie. La vertenza va avanti da oltre due anni. Entro metà febbraio un tavolo di confronto con Poste Italiane, Adecco e ministero del Lavoro. La vicenda “esemplare” riguarda altri 100.000 “somministrati” da Nord a Sud. La storia di Davide Tarsia e dei suoi colleghi L’inchiesta di ANNA MARIA SERSALE I lavoratori “somministrati”: “Non possiamo essere trattati come manichini” «LA PRECARIETÀ LOGORA, il licenziamento ti cancella l’identità. Colpisce alle spalle, emargina, ferisce. Con una comunicazione via mail ti sbattono fuori e sei in un mare di guai tu e la tua famiglia». Dal 31 dicembre il “sogno” lavorativo di Davide Tarsia è andato in pezzi. Ha trentasei anni, una moglie e due figli. È stato...
Al “supermercato dei contratti”: lavoratori “somministrati” alle aziende, 24 mesi poi si ricomincia
Anna Maria Sersale
Giornalista professionista, ha lavorato al “Messaggero” dal 1986 al 2010. Prima la “gavetta” in Cronaca di Roma, fondamentale palestra per fare esperienza e imparare il mestiere, scelto per passione. Si è occupata a lungo di degrado della città, con inchieste sugli abusi che hanno deturpato il centro storico. Dal 1997 ha lavorato alle Cronache italiane, con qualifica di vice caposervizio, continuando a scrivere. Un filo rosso attraversa la sua carriera professionale: scuola, università e ricerca per lei hanno sempre meritato attenzione, con servizi e numerose inchieste.