La megalomania di Benito Mussolini ha stravolto l’idea dei trasporti pubblici a Roma, dalla visione lucida del primo sindaco Nathan che aveva trasformato la Capitale in una città con la rete tramviaria tra le più estese d’Europa. Ma per il Duce questo previdente ed efficiente sistema (430 km di linee in superficie, ed era un secolo fa) rappresentava un’offesa al “carattere imperiale di Roma”. Lo smantellò, sognando un’alternativa (la metropolitana) realizzata solo per un piccolo tratto, ma resa allora un’opera limitata per la presenza di un fiume sotterraneo. Si arriva a oggi, quando la consapevolezza che gli scavi potrebbero distruggere reperti antichi della Roma imperiale (quella vera), è l’ostacolo principale a una metro a misura di Capitale. E se in superficie la siccità impoverisce il Tevere, le acque sotterranee sopravvivono alla crisi climatica L’articolo di VITTORIO EMILIANI Largo del Tritone 1929 CON L’AMMINISTRAZIONE DEL Blocco del Popolo di Ernesto Nathan Roma era diventata una delle città più tramviarie di tutta Europa. Con oltre 430 km di linee di superficie. Sciaguratamente Mussolini giudicò questo capillare sistema di trasporto pubblico di superficie una offesa al “carattere imperiale di Roma” e lo smantellò a partire dal 1925 senza peraltro sostituirlo con le sotterranee esistenti a Parigi o a Londra. Anche perché il sottosuolo romano rappresentava un ostacolo in pratica insormontabile: era cioè un fiume sotterraneo,...

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.