Creata dalla natura ad anfiteatro, esposta verso sud sud-ovest ai venti caldi del Tirreno, Lamole ha terreni ricchi di rocce arenarie, sabbie e galestro. Nelle terrazze naturali i vigneti arrivano a 700 metri di altitudine e, a maggio, diventano giardini meravigliosi, colorati del viola degli Iris. Per antica tradizione, i contadini piantano i loro bulbi tra i filari della vite per trasferire il profumo dei fiori al vino. Il sentore intenso di viola mammola attraverserà il vostro naso aprendo una bottiglia di un vino candido e cordiale che accompagnerà il vostro pasto. Col Chianti di Lamole basta anche un panino alla finocchiona
◆ Il weekend di MARIA CONCETTA MERENDINO

► Siete mai stati in Toscana nella zona del Chianti Classico? Conoscete Lamole, il “tetto” del Chianti”? Chi di voi ha fatto questa esperienza particolare sa le suggestioni che si provano attraversando questo territorio incontaminato, fra viti terrazzate, aree boschive e olivi. Un luogo da cartolina, amato in tutto il mondo, che profuma di vino. Il suggestivo borgo di Lamole, si trova nel comune di Greve in Chianti, nella parte più alta del “Chianti Classico”, quella del “Gallo Nero” per intenderci, il famoso emblema che rappresenta la Docg. Questo storico simbolo apparteneva ad una antica Lega Militare del Chianti, tanto che anche il Vasari lo dipinse sul soffitto del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze.
Creata dalla natura ad anfiteatro, Lamole è esposta verso sud sud-ovest ai venti caldi, provenienti dal mar Tirreno. Qui i terreni sono ricchi di rocce arenarie e sabbie, terreni di galestro, dotati di grande permeabilità che garantiscono ai vini una mineralità unica. Nelle sue terrazze naturali, che arrivano fin quasi a 700 metri di altitudine, si coltiva principalmente il vitigno Sangiovese. A maggio, questi vigneti diventano dei meravigliosi giardini, colorati del viola degli iris, qui chiamati “giaggioli”. I bulbi di questi fiori, infatti, sono tradizionalmente piantati dai contadini tra i filari, affinché il loro intenso profumo di viola mammola si possa trasferire al vino. È uno spettacolo che dura pochi giorni e i fiori vanno perduti in poco tempo, ma questo rende il tutto più speciale e poetico.
Qui il numero delle aziende vitivinicole è elevato e sono tutte contraddistinte da un alto livello di qualità. Purtroppo mi è impossibile parlarvi di tutti gli straordinari vini che questa generosa terra produce e quindi mi limiterò a descriverne uno che, a parer mio, la rappresenta molto bene in quanto espressione più pura del Chianti Classico, inteso in maniera tradizionale. Lo consiglio a chi ama quei vini spontanei e curati che accompagnano allegramente tutto il pasto. Sono sicura che lo troverete di una piacevolezza irresistibile.
Chianti Classico, Terra di Lamole. Questo vino è prodotto da una piccola azienda biologica dal 2003, con una gestione in “rosa”. A dirigerla in maniera magistrale, con autentica passione, c’è Susanna Grassi che nel 2000, assieme alla sorella Maddalena, riprende in mano il vecchio podere di famiglia, ne ristruttura le rare e storiche vigne a terrazza e inizia a produrre vini tipici e di ottima qualità, frutto di un’agricoltura pulita.
Il Chianti Classico Lamole 2014 è un Sangiovese grosso di Lamole al 100%, coltivato ad un’altitudine di 630 metri. Viene fermentato naturalmente in contenitori d’acciaio e poi affinato per 12 mesi in vasca di cemento. Si presenta alla vista di un bel rosso rubino. Fin da subito ci regala al naso freschi sentori di viola mammola e lavanda e poi arrivano i profumi fruttati di mirtilli, il tutto arricchito da fresche note balsamiche e sfumature minerali. È fresco e sapido, scorrevole e fragrante, con piacevoli note balsamiche nel retrogusto. Chiude secco senza asciugare, di medio corpo e di ottima beva.
Insomma, questo è un Chianti Classico candido e cordiale, dove non c’è nessuna interpretazione umana ma solo la libera azione della Natura. Per degustarlo al meglio è consigliabile prima lasciarlo “respirare” per 15-20 minuti e poi servirlo alla temperatura di 18°-20° gradi. Mi raccomando il calice ampio! Si abbina bene non solo a piatti di carne rossa ma anche a paste asciutte al ragù o al sugo di pomodoro, a minestre di legumi oppure a grigliate di pesce azzurro. Ottimo anche con un bel panino al salame o meglio ancora con la finocchiona.
Con la primavera che si avvicina, vi invito, allora, ad organizzare un weekend a Lamole, non solo per visitarla e sentire sul posto i suoi vini, ma soprattutto per essere felici. © RIPRODUZIONE RISERVATA