Consumo di suolo record nella provincia di Viterbo, a livelli quasi cinque volte la già sconsiderata media nazionale. L’ultimo business sono gli impianti fotovoltaici che garantiscono evidentemente un maggior reddito delle colture agricole, in quel territorio spesso pregiate.  Eppure anche nella Tuscia non mancano le aree degradate da destinare alle energie rinnovabili, e l’energia solare può essere “catturata” sui tetti delle aree antropizzate: è la pianificazione territoriale, questa sconosciuta 

Sotto il titolo, il panorama di Bagnoregio al tramonto; qui in alto, uno struggente paesaggio agricolo ancora intatto

Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

NELLA ARTISTICAMENTE PREZIOSA zona della Tuscia risultano progettati addirittura 51 campi fotovoltaici. Sono circa 7.000 gli ettari occupati fra impianti realizzati negli ultimi vent’anni, in corso di realizzazione, oppure in fase istruttoria. La Provincia di Viterbo così ricca di testimonianze artistiche antiche presenta un consumo di suolo di 1,91 mq per abitante contro una media regionale laziale pari a 0,47 e nazionale pari a 0, 40 mq . Si continuano a sacrificare aree agricole coltivate di pregio (come quelle viticole e olivicole doc o come castagneti pure apprezzati e suscettibili di trasformazioni industriali di alta qualità) per impianti di energie rinnovabili che potrebbero venire ubicati in zone già degradate oppure utilizzando per il fotovoltaico i tetti di case e cascine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.