Reinhold Messner ha condannato senza appello l’installazione di pale eoliche in montagna sostenendo, giustamente, che essa è un «patrimonio di tutti» e non va quindi sconciata. Una condanna per la quale va elogiato dopo tante esibizioni pubblicitarie sull’acqua minerale. Purtroppo le pale eoliche sono state e sono un autentico flagello per la nostra dorsale appenninica, soprattutto. Un territorio decisamente fragile aggredito e devastato. Lo stesso che con un’ottima legge sul suolo si sarebbe dovuto proteggere e magari restaurare, ma che Comuni e Regioni si sono affrettati a impoverire di contenuti svuotando le Autorità di Bacino che avevano cominciato a funzionare seriamente secondo i dettami europei Piena del Tevere a Roma, in prossimità dell’Isola Tiberina L’articolo di VITTORIO EMILIANI REINHOLD MESSNER ha condannato senza appello l’installazione di pale eoliche in montagna sostenendo, giustamente, che essa è un “patrimonio di tutti” e non va quindi sconciata. Una condanna per la quale va elogiato  dopo tante esibizioni pubblicitarie sull’acqua minerale. A questo punto poco o nulla ci importa. Ci preme invece questa sua presa di posizione di segno ambientalista perché, venendo da una autorità alpestre come lui, di scalatore himalaiano, va prontamente  raccolta, fatta propria e divulgata.  L’Appennino, già scassato dal punto di vista idrogeologico, è stato danneggiato con le carreggiate per il trasporto...

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Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.