A metà degli anni Ottanta del secolo scorso nel confronto sviluppato nel campo della nuova sinistra post sessantottina «emergeva la radicale differenza tra il nascente ecologismo politico e la sinistra», ricorda in questo intervento Paolo Galletti nel dibattito aperto su “Italia Libera” da Corrado Carruba sul lascito politico di Alex Langer di cui ricorre il trentesimo anniversario della sua scomparsa. «Non ostilità – precisa Galletti – ma una differenza profonda. La contraddizione principale consiste nel rapporto tra specie umana e leggi di natura. Questo non cancella le contraddizioni sociali di classe e le disuguaglianze ma individua nell’abitabilità della Terra per gli umani e nella salute e qualità della vita il tema che le ideologie liberali e socialiste non hanno nemmeno intravisto». Nessuno può sapere cosa penserebbe Langer delle scelte politiche attuali. «Utilizzarlo per nobilitare un progetto rosso verde non gli renderebbe giustizia. I suoi scritti dicono altro ma oggi magari avrebbe cambiato idea»


◆ L’intervento di PAOLO GALLETTI

Pietro Ingrao, presidente della Camera dei deputati tra il 5 luglio 1976 e il 19 giugno 1979, storico esponente della sinistra comunista: «un esploratore senza confini» (“il manifesto”)

Bologna, metà degli anni 80, aula Ciamician dell’Università gremita per un dibattito con Alexander Langer, Pietro Ingrao, Laura Conti ed il sottoscritto. Organizzato dall’Università Verde di Bologna, animata dagli studenti universitari Giampiero Mucciaccio e Giacomo Capuzzimati, in collaborazione con Paolo Tamburini, anche lui universitario, dell’Università Verde di Lugo, dalla quale i bolognesi avevano preso ispirazione. Centinaia di persone paganti per studiare i fondamenti dell’ecologismo, una nuova visione del mondo. Ecco perché un militante come me era presente tra relatori noti.

In quel dibattito emergeva la radicale differenza tra il nascente ecologismo politico e la sinistra. Non ostilità ma una differenza profonda. La contraddizione principale consiste nel rapporto tra specie umana e leggi di natura. Questo non cancella le contraddizioni sociali di classe e le disuguaglianze ma individua nell’abitabilità della Terra per gli umani e nella salute e qualità della vita il tema che le ideologie liberali e socialiste non hanno nemmeno intravisto. Questo rende non riducibile l’ecologismo all’industrialismo ed al consumismo, nonostante i tentativi di renderli sostenibili. Per questo serve la conversione ecologica, per ri-definire le attività umane produttive o no.

Alex Langer (22 febbraio 1946 – 3 luglio 1995): suo il ricorso alla formula alchemica “solve et coagula”, “sciogliere e coagulare” per superare le rigidità ideologiche e trovare nuove forme di aggregazione e collaborazione, anche tra forze politiche diverse, promuovendo la “biodegradabilità” dei movimenti

Langer userà la metafora del nuovo testamento ecologista rispetto al vecchio testamento della sinistra. Nella polemica tra lui e Mario Capanna ai tempi dell’unificazione tra Liste Verdi e Verdi Arcobaleno, alla fine degli anni 80, contesterà con forza la tesi di Capanna, secondo il quale per essere davvero verdi bisogna essere rossi. Per Langer pace tra gli uomini e con la natura risultavano inscindibili.

Ricordo con chiarezza l’aiuto che ci chiese Alex per convincere i bolzanini della nuova sinistra a diventare verdi ed anche un incontro a Bologna, presso la luna del pozzo, nel quale aveva convocato i suoi ex compagni di Lotta Continua, Gad Lerner compreso, per convincerli a sostenere i verdi. È nota poi l’attenzione di Alex a temi e personalità conservatrici pre capitalisti. I beni comuni, le partecipanze, forme di socialità locale e solidale. D’altra parte, in lui come in molti di noi, viveva la contraddizione tra una radicalità necessaria ed un pragmatismo sempre a rischio di snaturamento. Almeno fino alla fine degli anni 80, periodo nel quale ci siamo frequentati.

Langer non ci ha lasciato scritti organici ma sempre legati a temi del momento. Non per questo meno utili oggi. Certo nessuno può sapere cosa penserebbe delle scelte politiche attuali. Utilizzarlo per nobilitare un progetto rosso verde non gli renderebbe giustizia. I suoi scritti dicono altro ma oggi magari avrebbe cambiato idea. Non facciamone un santino. Ricordiamolo per il suo innegabile carisma e la sua instancabile militanza, ma anche per le sue tragiche fragilità. I verdi nascono al plurale, tanti hanno contribuito col pensiero (pensiamo ad Aldo Sacchetti) e con l’azione a far nascere questa nuova visione: Alex era uno di noi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fondatore delle Università Verdi e dei Verdi Italiani. Attivista ecologista fin dai primi anni 80, contro la centrale a carbone che si voleva costruire a Ravenna, per le energie rinnovabili, per l’agricoltura biologica promotore del referendum contro i pesticidi, per la difesa del mare adriatico contro gli allevamenti industriali. Consigliere regionale dei Verdi in Emilia Romagna, dal 1990 al 1994. Deputato dei Verdi, dal 1994 al 2001, promotore della prima legge per la mobilità ciclistica, e di norme per le mense biologiche nelle scuole, contro l’inquinamento acustico, per sviluppare la mobilità urbana su ferro. Scrive su riviste e blog su temi ecologisti. Fa parte del direttivo regionale di Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica). Co-portavoce della Federazione dei Verdi-Europa Verde Emilia Romagna. Componente del Consiglio Federale della Federazione dei Verdi Italiani