Nel centro-destra finito in pezzi, Salvini deve vedersela in casa propria con Giorgetti, fuori l’uscito con la Meloni furente. Matteo Renzi, esponente della “distra” o della “sinestra”, a seconda dei punti di vista con cui si considera il lillipuziano Italia Viva, si è detto amico della Belloni (pensa se le era nemico), ma poi con toni insolitamente tribunizi e rinunciando all’abituale sarcasmo very Florentine ha spiegato che non la voleva al Quirinale per nessun motivo al mondo. Più o meno ha addotto come motivazione principale che chi fa la spia non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù e quando muore va laggiù. Altri ancora potranno essere i duelli rusticani in vista dei quali si lavora di cote e di mola. Franceschini-Letta nel Pd, tanto per dirne uno. O, per dirne un altro, tutto in ambito M5S, Giuseppe Conte-Luigi Di Maio (cui in appoggio al Conte fantasmatico come Dracula si è lanciato Beppe Grillo). Se fossi la Signora Belloni — rientrata nel pieno delle sue funzioni — quando giovedì prossimo Mattarella andrà a Montecitorio per il giuramento disporrei una stretta quanto discreta sorveglianza dalle parti del Gianicolo, da cui saranno sparati colpi di cannone, nel classico omaggio ai Capi di Stato. Sarà bene che chi di dovere si...

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