È stato il solo presidente, prima di Mattarella, a dover accettare una rielezione che l’età e la salute gli avrebbero sconsigliato di accettare. Un personaggio tutto politico, dagli anni giovanili ai 98 della sua scomparsa. Per spirito di servizio ha voluto essere al più alto livello un servitore dello Stato


◆ L’editoriale di VITTORIO EMILIANI

Con Giorgio Napolitano scompare una delle più nobili figure della politica italiana ed europea. Da Napoli, dove si era formato come appassionato di teatro e di cinema in una cerchia di amici antifascisti come Ghirelli, Compagnone, Rosi e altri ancora, aveva portato una cultura europea avanzata. Dalla città dove la politica era stata illuminata dal riformismo laico di fine ‘700.

Napolitano ha rappresentato nel Pci l’anima riformista, laica, europea. Del resto come immaginare un politico più sideralmente lontano dai “balletti eleganti” di Berlusconi? Ricordo bene il suo bel discorso per l’Unità d’Italia che suscitò unanimi consensi (esclusa s’intende la Lega Nord) e che disse parole chiare sul Risorgimento fortemente laico e sul retrogrado papismo demolito dai bersaglieri a Porta Pia. Presenti i cardinali più contrari, come il cardinal Bertone, alla politica di papa Francesco recisamente avversa ai barbari respingimenti di migranti nordafricani e africani o asiatici.

Napolitano è stato il solo presidente, prima di Mattarella, a dover accettare una rielezione che l’età e la salute gli avrebbero sconsigliato di accettare. Ma egli è stato un personaggio tutto politico, dagli anni giovanili ai 98 della sua scomparsa. Nel Pci ha sempre rappresentato l’anima migliorista, cioè quella più aperta ad una ulteriore evoluzione in senso riformista. È stato infatti il solo comunista ad essere invitato nelle Università americane, una sorta di autorevole apripista.

Si è detto che Napolitano impersonava un’altra era politica e in gran parte corrisponde a verità. Ma per spirito di servizio ha voluto essere al più alto livello un servitore dello Stato. Sempre ieri, in vista del mare di Marsiglia, Papa Francesco ha partecipato, pur essendo convalescente, ad una bellissima cerimonia interreligiosa durante la quale ha voluto ricordare la scomparsa di Giorgio Napolitano, un laico profondamente rispettoso della fede religiosa, di tutte le fedi religiose. Che si è meritato quel ricordo davanti ad un mare che vorremmo più accogliente coi disperati della sponda africana e asiatica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.