La scuola cancella mamma storia e sorella geografia, la cultura diventa edutainment e i francobolli commemorativi vengono emessi per il centenario della nascita di Nilla Pizzi: non per i 150 anni di Roma Capitale o i 100 anni dalla morte di Ernesto Nathan, primo sindaco laico della città eterna. Nulla da dire, ministro Patuanelli?
di ANDREA COSTA

Non poteva andare diversamente con le commemorazioni nazionali, considerato che siamo probabilmente l’unico caso, tra le moderne nazioni civilizzate, in cui i 150 anni di una Capitale vengono sistematicamente ignorati dallo Stato che la ospita. Stesso discorso per la filatelia e per la disastrata Commissione nazionale filatelica. In un graffiante articolo del 2019, dal periodico Bolaffi “Il Collezionista”, apprendiamo che la Consulta nominata da Federica Guidi è scaduta a fine 2018: «i componenti sono nominati con decreto del ministro», recitano le Linee guida, «e durano in carica tre anni». Insomma, non si sa, né forse si saprà mai, se a proporre il centenario della nascita di Nilla Pizzi sia stata la giornalista Maria Latella, o se, a suggerire un tributo a Paolino Paperino, siano stati il professor Pasquale Angelo Di Stasi o il geometra Stefano Morandi, anche loro membri del “parlamentino dei francobolli”. De hoc satis.

Ben altro impegno ed energia è invece profusa dalla istituzioni nazionali per un altro compleanno. Ancora un cinquantenario del quale si dovrà pur rendere “conto”, un giorno, in maniera obiettiva e distaccata: quelle regioni italiane istituite nel 1970 che, in piena era Covid, stanno mostrando il peggio di un Italia sempre più sfilacciata, impoverita da una classe “digerente” più che dirigente; legata ai soliti campanili che oggi studiano da “piccole patrie”, grazie ai disastri combinati dalla riforma del Titolo V della Costituzione