L’esortazione del Papa a rispondere con umanità al dramma epocale delle migrazioni a Marsiglia ha avuto una potente cornice interreligiosa che ha unito, dalla parte degli ultimi, cristiani, uomini di altre fedi, non credenti. E l’Occidente – a cominciare dal governo italiano che con tenacia respinge chi rischia la vita attraversando il Mediterraneo – non può lasciarsi connotare dall’egoismo mentre invoca, in continuazione, i suoi “valori”


◆ Il corsivetto di VITTORIO EMILIANI

Merita un corsivo la tenacia con la quale il governo Meloni persegue l’obiettivo di ricacciare indietro, anche in un mare inospitale, gli ultimi del mondo, i profughi afro-asiatici (compresa l’Asia Minore). I quali fuggono dalla fame, da indicibili violenze e persecuzioni. I respingimenti sono implacabili. Si sa benissimo da decenni che questi derelitti sovente affogano in un mare, il Mediterraneo, divenuto uno sterminato cimitero. Si sa benissimo che quelle donne, quei bambini, quegli uomini stremati dalla fame e dalle privazioni o periranno in mare o verranno confinati in autentici lager anticamera della morte. 

Per questo non si può non raccogliere l’esortazione di papa Francesco, ribadita nei giorni scorsi sul mare di Marsiglia in una bellissima cerimonia interreligiosa (alla quale noi laici ci associamo appassionatamente) ad affrontare con spirito umanitario questo enorme problema divenuto planetario. L’egoismo non può connotare l’Europa Occidentale, non può connotare questa nostra Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le foto sotto il titolo: la premier durante la campagna elettorale per le elezioni politiche dello scorso anno con l’hastag #BloccoNavaleSubito”; con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen a Lampedusa un anno dopo, davanti ai relitti dei barchini che approdano sull’isola

Direttore onorario - Ha cominciato a 21 anni a Comunità, poi all'Espresso da Milano, redattore e quindi inviato del Giorno con Italo Pietra dal 1961 al 1972. Dal 1974 inviato del Messaggero che ha poi diretto per sette anni (1980-87), deputato progressista nel '94, presidente della Fondazione Rossini e membro del CdA concerti di Santa Cecilia. Consigliere della RAI dal 1998 al 2002. Autore di una trentina di libri fra cui "Roma capitale Malamata", il Mulino.