La sospensione dei finanziamenti sta mettendo a rischio la distribuzione di medicinali salvavita e altri aiuti essenziali in regioni vulnerabili, con potenziali aumenti della mortalità infantile e della diffusione di malattie come l’Hiv. Ad esempio, Catholic Relief Services prevede una riduzione del 50% della propria forza lavoro a causa dei tagli imposti dall’Amministrazione americana. La presenza di Usaid (Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale) ha spesso cercato di bilanciare l’influenza di altri attori, tra cui potenze emergenti come la Cina, che ha investito massicciamente nel continente attraverso infrastrutture e prestiti, e forze paramilitari o mercenarie come il gruppo Wagner, che ha operato in diversi scenari con il sostegno della Russia
◆ Il commento di ALESSIO LATTUCA
Le conseguenze di questa decisione sono già evidenti: organizzazioni umanitarie che dipendono dai finanziamenti di Usaid stanno affrontando interruzioni nei loro programmi, con possibili licenziamenti e riduzioni del personale. Ad esempio, Catholic Relief Services prevede una riduzione del 50% della forza lavoro a causa di questi tagli. Inoltre, la sospensione dei finanziamenti sta mettendo a rischio la distribuzione di medicinali salvavita e altri aiuti essenziali in regioni vulnerabili, con potenziali aumenti della mortalità infantile e della diffusione di malattie come l’Hiv.
Questa situazione evidenzia le profonde implicazioni delle decisioni politiche sulle vite delle persone più vulnerabili a livello globale. Ma non tiene in alcuna considerazione che Usaid è stata storicamente un attore-chiave nei programmi di sviluppo e aiuto umanitario in diversi paesi africani, tra cui la Repubblica Centrafricana e l’Uganda. La sua presenza ha spesso cercato di bilanciare l’influenza di altri attori, tra cui potenze emergenti come la Cina, che ha investito massicciamente nel continente attraverso infrastrutture e prestiti, e forze paramilitari o mercenarie come il gruppo Wagner, che ha operato in diversi scenari africani con il sostegno della Russia.
In questi contesti, il ritiro improvviso di Usaid potrebbe avere conseguenze significative come quelle che registra l’Afghanistan. La Repubblica Centrafricana, per esempio, dipende fortemente dagli aiuti internazionali per la stabilità sociale ed economica, mentre l’Uganda ospita un grande numero di rifugiati e beneficia di finanziamenti Usa per programmi sanitari e agricoli. Senza il supporto americano, il vuoto potrebbe essere rapidamente colmato da altre potenze con interessi strategici meno orientati allo sviluppo umano e più alla tutela di risorse naturali e influenza geopolitica. È una decisione, quindi, che non riguarda solo la politica interna degli Stati Uniti, ma ha ripercussioni globali che potrebbero rafforzare l’influenza di attori che non necessariamente condividono gli stessi valori democratici e umanitari.
La decisione di interrompere bruscamente il supporto di Usaid in Africa equatoriale è estremamente grave, sia dal punto di vista umanitario che geopolitico. La sospensione dei pagamenti significa che migliaia di lavoratori locali – medici, infermieri, insegnanti, operatori umanitari – rischiano di non ricevere il loro stipendio, mettendo a repentaglio interi settori essenziali. Senza fondi, molti ospedali e centri sanitari dovranno ridurre o chiudere i servizi, lasciando pazienti senza cure salvavita. Sul piano strategico, questa “fuga” degli Stati Uniti dall’Africa centrale lascia campo libero ad altre potenze, in particolare Cina e Russia, che stanno già rafforzando la loro presenza nel continente con investimenti, forniture militari e accordi politici.