Bere è la prima arma nelle nostre mani, per fare fronte alla perdita di liquidi e di sali minerali. Bere acqua è fondamentale per reidratarsi e regolare la temperatura corporea, per non essere aggrediti dalla stanchezza, dalla sonnolenza diurna e dall’insonnia notturna, che mettono a dura prova lucidità e prontezza mentale provocando stress e ansia. Ma cosa succede al nostro corpo se cediamo alla pubblicità ingannevole? Attraverso spot subliminali, essa ci propina liquidi edulcorati, ghiacciati e corroborati dal gusto zuccherino, definite “bibite gassate o energy drink”, che danno piacere e soddisfano il bisogno pressante di bere. La pubblicità aggressiva, associata al neuromarketing, alimenta così un’epidemia silenziosa, con oltre 2,2 milioni di nuovi casi di diabete e 1,1 milioni di malattie cardiovascolari diagnosticati ogni anno nel mondo. In Italia il 24,6% dei bambini consuma ogni giorno bibite zuccherate e/o gassate, e beviamo 54 litri di bevande zuccherate a testa, pari a 5 kg di zucchero pro-capite all’anno. Due “veleni” al costo di uno se poi allo zucchero si aggiunge il Bisfenolo A delle lattine
◆ L’analisi di VITO AMENDOLARA
L’arma strategica della pubblicità aggressiva, associata al neuromarketing, sta alimentando un’epidemia silenziosa, con oltre 2,2 milioni di nuovi casi di diabete e 1,1 milioni di malattie cardiovascolari diagnosticati ogni anno. A dirlo è uno studio della Tufts University in Massachussets, pubblicato su Nature Medicine, che getta luce su un problema particolarmente drammatico nei paesi a basso e medio reddito. E in Italia? I dati elaborati da Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità indicano che il 24,6% dei bambini consuma quotidianamente bibite zuccherate e/o gassate, mentre lo Studio sui Consumi Alimentari del Crea evidenzia che ogni anno beviamo 54 litri di bevande zuccherate a testa, corrispondenti a 5 kg di zucchero pro-capite.
Un capitolo a parte è rappresentato dalle bevande zuccherate meglio conosciute come “energy drink”, che hanno visto una crescita significativa nel consumo specialmente tra i giovani della generazione Z (nati tra il1995 e il 2010) ignari dei danni che provocano. Il mercato di queste bevande ormai considerate le bevande del terzo millennio, ha visto una rapida crescita ed è in piena espansione nel settore fuori casa secondo i dati Circana (azienda leader nella gestione e interpretazione del comportamento del consumatore), le vendite sono cresciute del 17,6% a volume e al 14,8% a valore mentre nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) nel 2024 hanno registrato un aumento del 9,2% a volume e del 10,8% a valore, raggiungendo un fatturato che supera i 216 milioni di euro.
C’è però un’altra insidia che si aggira intorno a queste bevande, della quale non si percepiscono i danni che nel tempo sicuramente provocheranno. Mi riferisco all’allarme lanciato da diverse testate giornalistiche, sul contenuto di Bisfenolo A rilevato nelle lattine delle bevande zuccherate. In effetti, come è noto, gli energy drink sono sotto accusa non solo per il troppo zucchero e l’elevata quantità di caffeina e taurina, ma anche per la presenza eccessiva di Bisfenolo A, sostanza chimica spalmata all’interno delle lattine, classificata come tossica e vietata in Europa dal gennaio 2025. Zucchero + Bisfenolo A in un’unica soluzione; che dire: due “veleni” al costo di uno.
In tale direzione sono raccapriccianti i risultati delle analisi della rivista tedesca “Oko-test” (specializzata in test indipendenti su prodotti di consumo): sulle 22 bibite energetiche analizzate in laboratorio, è stata rilevata la presenza di Bisfenolo A utilizzato nei rivestimenti interni delle lattine, nel 90% delle bibite. Un ulteriore dato preoccupante: sempre secondo alcune proiezioni di Oko-test, per 14 dei 22 energy drink esaminati, un adolescente di 60 Kg, che consuma una lattina di 250 ml al giorno, supererebbe il 100%della dose giornaliera tollerabile, per gli altri otto prodotti si arriverebbe al 50%; mica male comunque. Ma, come si sa, l’erba cattiva non muore mai e per ironia della sorte, i prodotti che contengono il Bisfenolo A (Bpa), nonostante il divieto potranno essere immessi sul mercato fino a luglio 2026 e venduti fino ad esaurimento scorte, lo ha deciso l’Europa succube delle lobby. Siamo di fronte al primato del business, del profitto a discapito della salute e del benessere fisico e mentale individuale e collettivo. Ancora una volta, la consapevolezza assume un ruolo strategico: essere liberi di scegliere senza farsi male. © RIPRODUZIONE RISERVATA