Si sono riunite a Pieve di Cadore il 16° anniversario del riconoscimento internazionale delle Dolomiti Patrimonio naturale dell’umanità. C’erano tutte le associazioni e i comitati locali che compongono il “Coordinamento per l’Ambiente e la Legalità” (da Mountain Wilderness a Italia Nostra e Wwf, da Peraltrestrade Dolomiti, all’Ecoistituto veneto Alex Langer e Gruppo Promotore Parco del Cadore). È emerso un documento impegnativo che dà atto dei passi avanti compiuti nella direzione giusta in particolare dall’Amministrazione comunale di Auronzo, si sottolineano i valori che la cultura della montagna porta con sé, come la bellezza dei luoghi, i paesaggi liberi e l’aria pulita. E si evidenzia l’opportunità di procedere con «misure che, anche se all’inizio sembrano penalizzanti, si rivelano in tempi brevi vincenti e lungimiranti, legate a una frequentazione più rispettosa della qualità dei luoghi, di chi ospita e di chi viene ospitato». A cominciare dalla programmazione e limitazione degli accessi alle Tre Cime. La stagione estiva già in atto ci dirà se i passi saranno effettivi. Di seguito il testo diffuso dal “Coordinamento”
◆ Il documento del COORDINAMENTO PER L’AMBIENTE E LA LEGALITÀ
Quando il turismo, da economia complementare di altre attività, diventa monoeconomia e monocultura, diviene dannoso e pericoloso, soprattutto per i residenti: costo di affitti e di case che lievita, inquinamento, investimenti pubblici che vengono dirottati su un settore (turismo estivo o invernale) comunque destinato a fallire per il suo gigantismo vorace. Il tutto a scapito di servizi necessari ai cittadini tutto l’anno. Un esempio per tutti: i trasporti. D’estate corse frequenti di pullman per destinazioni diversificate e in autunno, all’aprirsi delle scuole, corse dimezzate o, come avvenuto di recente, soppresse.
Siamo consapevoli di quanto sia difficile eradicare un sistema consolidato che fino a ieri sembrava impossibile modificare. Quanto avvenuto in altre località alpine, anche a noi vicine, dimostra al contrario che è possibile ottenere successi e diffondere una cultura consapevole dei valori che la montagna porta con sé attuando misure che, anche se all’inizio sembrano penalizzanti, si rivelano in tempi brevi vincenti e lungimiranti, legate a una frequentazione più rispettosa della qualità dei luoghi, di chi ospita e di chi viene ospitato.
- la bellezza dei luoghi;
- i paesaggi liberi;
- la riduzione drastica dei rumori e dell’inquinamento, anche luminoso;
- la riappropriazione della conoscenza dell’ambiente che ci circonda e che deve offrire ospitalità anche a specie animali e vegetali, molte delle quali rare e altamente a rischio;
- la riduzione drastica dei consumi di risorse naturali quali l’acqua e il suolo;
- la riduzione drastica della produzione e dello smaltimento di rifiuti e degli scarichi di reflui nelle alte quote.
Siamo consapevoli della complessità che si trova ad affrontare una realtà interprovinciale e interregionale come è quella delle Tre Cime di Lavaredo in quanto: 1) la situazione attuale comporta per la municipalità di Auronzo criticità di gestione e pone molti interrogativi per assicurare all’ente le risorse derivanti dal pedaggio per l’accesso alla strada, altrimenti difficilmente reperibili, tanto che sono da valutare eventuali compensazioni; 2) il tema coinvolge una pluralità di soggetti istituzionali: Regioni, Province, Comuni del Cadore, Comuni dell’Alto Adige, Regole proprietarie dei terreni, Parchi e aree protette che insistono sull’area, ecc.
Si dovrà tornare a investire sulla qualità della vita dei residenti. L’offerta di servizi dovrà nascere da un confronto con i diversi attori che operano e vivono sul territorio e portare a scelte coerenti con gli obiettivi citati, non più succubi delle richieste, per lo più aggressive, di soggetti o operatori esterni che, senza alcuno scrupolo, progettano consumo di territorio e mutamenti di paesaggio. Affrontare insieme la difficile e complessa soluzione del traffico automobilistico alle Tre Cime è una sfida non solo per le comunità locali ma per tutte le altre montagne del mondo, belle e sovraffollate, soffocate dalla loro notorietà. In tutta Italia e nel Mondo le proteste per l’eccesso di turismo aumentano creando disagio a tutti. In sintesi, occorre trovare un nuovo equilibrio, ridisegnare i parametri, rinnovare e reinventare le aspettative e le proposte.
La nostra Costituzione ci invita a investire in percorsi che lascino alle prossime generazioni integrità, naturalità e paesaggi il più possibile intonsi. Consapevoli che quanto si propone è un percorso complesso e con possibili ricadute a livello internazionale, fin da subito il nostro Coordinamento ha sollecitato le Amministrazioni pubbliche a chiedere alla Fondazione Dolomiti Unesco di assumersi il compito di coordinare l’intero processo. Alla Fondazione riconosciamo capacità di progettazione ampia, di coordinamento, di promozione, di confronto, come avvenuto in tempi ormai lontani con il documento di gestione del patrimonio #DOLOMITI2040.
Per arrivare a questo sarà necessario avvalersi di uno studio ad hoc, fondato su basi scientifiche, che affronti il problema del carico antropico massimo possibile sull’intera area, che valuti anche il potenziale del carico sopportabile dalla sentieristica e quali ristrette potenzialità offrire alle biciclette. Come Associazioni siamo disponibili a contribuire al confronto sui vari tavoli, assieme al ministero dell’Ambiente, alle Istituzioni, agli operatori economici e a tutte le realtà a diverso titolo coinvolte.
- divieto assoluto dell’attività di eliturismo, quindi anche di atterraggi e decolli. L’uso dell’elicottero e altri mezzi a motore rimane consentito per soccorso e fornitura materiali e sostegno alle attività produttive;
- divieto certo e controllabile dell’uso delle motoslitte a uso turistico (a esclusione di interventi di soccorso, rifornimenti ad attività produttive, altre emergenze);
- un no deciso alla prospettiva di una cabinovia con partenza da Misurina verso le Tre Cime, in quanto si sovrappone a una infrastruttura esistente (l’attuale strada). La proposta di cabinovia comporterebbe una ulteriore infrastrutturazione delle alte quote, in totale assenza di spazi a valle per i parcheggi.
- il trasporto con servizio di navette, per lo più elettriche o ad alta efficienza, da Auronzo, Cortina, Dobbiaco e dalla Stazione FFSS di Calalzo di Cadore con arrivo diversificato rispetto la zona del Rifugio Auronzo e la base delle Tre Cime in modo da riportare l’area all’originaria condizione ambientale (garantendo la sola accessibilità alle persone con disabilità e ai gestori dei rifugi);
- la realizzazione del “Geoparco delle Tre Cime”: un geosito di interesse geologico, archeologico, ecologico, storico e culturale per diffondere una frequentazione della montagna rispettosa e consapevole;
- la possibilità della chiusura ai transiti, anche per le navette, di un fine settimana al mese: tre giorni definibili “giorni di silenzio” nell’accesso alle Tre Cime di Lavaredo. Si tratta di una offerta rivolta alle sempre più numerose persone che cercano questo tipo di rapporto/esperienza nella natura e disertano le zone troppo congestionate. Verrebbe consentito solo l’accesso a piedi, eventualmente accompagnati da istruttori e accompagnatori, guide alpine e quanti sono impegnati in attività naturalistiche e percorsi culturali che rientrano nelle emergenti, e sempre più richieste, professioni “verdi” (green jobs);
- riservare ai residenti e ai turisti che frequentano abitualmente le Dolomiti o decidono di farlo per periodi lunghi (oltre i 10 giorni), qualche vantaggio/priorità nell’usufruire dei servizi offerti, durante tutto l’anno, a cominciare dai trasporti;
- proporre e incentivare un turismo a media e lunga permanenza che garantirebbe ricadute positive anche sui posti di lavoro e maggiori entrate alle attività del territorio;
la richiesta alla politica di rivedere, una volte per tutte, l’organizzazione dei trasporti pubblici potenziando i servizi, per residenti e ospiti, sostenendo e potenziando un’intermobilità in tutta l’area a partire, come punto di riferimento operativo, dalla stazione di Calalzo. Lavori in tal senso sono finanziati in alcune zone dagli stanziamenti per le Olimpiadi Milano Cortina. Peccato che per il Centro Cadore, il Comelico, la Valle del Boite non sia stato previsto nulla, mentre c’è chi ancora vorrebbe riesumare il fantasma del prolungamento della A27 sotto la spinta delle lobby del cemento e delle grandi opere.
Queste analisi e proposte rappresentano la sintesi di un documento più corposo e articolato, frutto del lavoro di lungo periodo delle diverse associazioni ambientaliste e dei contributi che alcuni cittadini hanno fatto pervenire all’e-mail di Peraltrestrade o direttamente agli esponenti del mondo associativo a seguito dell’incontro del 29 marzo di Auronzo. Tale documento sarà portato come contributo al tavolo di lavoro che auspichiamo possa partire a breve, coordinato, come da noi più volte proposto, dalla Fondazione Dolomiti Unesco.
Pieve di Cadore, 26 giugno 2025
Sottoscritto da:
Mountain Wilderness Italia
Italia Nostra sezione di Belluno, WWF, O.A. Terre del Piave,
Libera Cadore, presidio Barbara Rizzo, Ecoistituto Veneto A. Langer,
Gruppo Promotore Parco del Cadore, Peraltrestrade Dolomiti per il “Coordinamento Associazioni e Comitati locali per l’Ambiente e la Legalità” e dai partecipanti alla tavola rotonda di Auronzo del 29 marzo 2025 CAI Veneto, CAI Alto Adige Alpenverein Südtirol
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