Il pontificato di Bergoglio è stato di una intensità imprevista, anche per il suo modo di lavorare: quando in Curia le divisioni e i distinguo boicottavano modifiche dottrinarie e organizzative, egli inventava delle “provocazioni” che innescavano la polemica, impedendo ai suoi avversari di nascondere o accantonare i problemi e le proposte. Il nuovo papa è “giovane”, sportivo, americano, multilingue, elegante, rilassato, sicuro di sé. Egli è tutto e il suo contrario: occidentale e terzomondista, uomo di curia e di missione, un matematico che mette in guardia dalla intelligenza artificiale. Figura planetaria con visione universale


Il pensierino di GIANLUCA VERONESI

Papa Prevost a cavallo in Sudamerica

Vi ricordate la partenza, in elicottero bianco, del dimissionario Benedetto Sedicesimo verso Castel Gandolfo da dove avrebbe seguito l’esito del conclave? La Chiesa era sgomenta ma il mondo intero era turbato: la “Istituzione” a cui tutti guardano nei momenti di incertezza e di sfiducia – credenti o meno – invece di offrire speranza e consolazione aggiungeva inquietudine e “disordine”. Una “sede vacante” non per cause naturali appariva un venir meno al proprio ruolo, un fallimento. Per fortuna il Covid e le guerre attualmente in corso non erano ancora alle viste ma probabilmente la Provvidenza voleva caricare quegli eventi futuri sulle robuste e combattenti spalle di Bergoglio e non su quelle fragilissime di Ratzinger.

Dopo e grazie ai 12 anni di Francesco, la Santa Romana Chiesa torna oggi a splendere e a “regnare”. Il suo pontificato è stato di una intensità imprevista, anche per il suo modo di lavorare: quando in Curia le divisioni e i distinguo bloccavano – o più semplicemente – boicottavano il procedere delle sue modifiche dottrinarie e organizzative, Egli inventava delle “provocazioni” che innescavano la polemica politica, impedendo così ai suoi avversari esterni e – soprattutto interni – di nascondere o accantonare i problemi e le proposte. I pontefici esistono per sopire, calmare, attutire, mediare.Francesco era diverso. Le donne, gli immigrati, gli omosessuali, i carcerati erano questioni reali in sé ma anche modi di segnalare le resistenze che egli incontrava nel tentativo di “riposizionare” la Chiesa. Dove ha potuto ha cambiato: guardate la scelta del nuovo Pontefice da parte dei cardinali “bergogliani”.

Habemus Papam: “giovane”, sportivo, americano, multilingue, elegante, rilassato, sicuro di sé. Egli è tutto e il suo contrario: occidentale e terzomondista, uomo di curia e di missione, un matematico che mette in guardia dalla intelligenza artificiale. La figura del Papa ritrova “magnificenza”, carisma, speranza. Perché il Vaticano scopre un tale “rinascimento”? Forse perché tutte le altre autorità, leadership, governi sono deludenti, egoisti, arroganti. Oggi ogni problema è planetario, necessita di una visione “universale”. Difficile capirci qualcosa per chi giudica tutti e tutto in base al Pil. Ovviamente abbiamo constatato per l’ennesima volta che l’Europa – entità ideale, culturale, spirituale, politica – non esiste. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.

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