Al Gradenigo di Torino la pappa per i pazienti − mai termine fu più appropriato alle incolpevoli vittime di tutte le corsie d’Italia − è ancora quella autunno-inverno. Sembra strano ma ci sono le stagioni anche nelle cucine degli ospedali. Le lamentele di un giornalista infermo muovono però le acque e la società che fornisce i pasti ha annunciato la convocazione a breve della commissione mensa per decidere in dettaglio la dieta primavera-estate. Preannunciata dall’invio al loro capezzale da una meditata porzione di pomodori e lattuga fresca, accompagnata da una micro-bustina di olio extravergine, difficilissima da aprire, forse per scoraggiare i degenti portati a esagerare con il condimento. I proprietari di Humanitas − la famiglia Rocca, UnipolSai, UniCredit, e il suo prestigioso presidente, il professor Alberto Mantovani − saranno al corrente di questa micragnosa contraddizione locale all’alta missione pubblica dichiarata urbi et orbi dal secondo gruppo sanitario nazionale?
◆ Il racconto di MAURIZIO MENICUCCI
Perché, racconta ancora Ernesto, ricevute le lamentele e valutata la fonte, la Camst si sarebbe dimostrata comprensiva e rassicurante, almeno nelle intenzioni, spiegando che sì, «il menù era ancora quello invernale, ma che presto sarebbe cambiato, per passare a quello primaverile». A una settimana dal solstizio estivo, l’affermazione dava da riflettere. E infatti, prosegue l’amico, i pazienti tutti sono ammutoliti. Interpretato questo silenzio come una piccola apertura empatica verso l’azienda, quelli della Camst hanno pensato bene di allargarla con una zeppa di munifica liberalità, inviando al loro capezzale una meditata porzione di pomodori e lattuga fresca, accompagnata da una micro-bustina di olio extravergine, difficilissima da aprire, forse per scoraggiare i degenti portati a esagerare con il condimento. La salute, prima di tutto. In ogni caso, si trattava di ingredienti che fino a quel momento, secondo Ernesto, non si potevano trovare neanche in tracce molecolari nei piatti serviti. Caso mai qualcuno fosse allergico.
A questo punto, con l’insalata risarcitoria e la misura dell’assurdo già colma, tutto sarebbe potuto finire. Ma qui siamo di fronte ad aziende moderne, che nei frangenti di crisi non esitano a mettere in gioco tutta l’assertività di cui sono capaci per venire incontro alle richieste dei clienti. Cosicché, il giorno seguente, Camst ha reso noto che, di lì a poco, la commissione mensa si sarebbe finalmente riunita, per decidere in dettaglio la dieta primavera-estate. Ora, passati i primi momenti di incredulità, e perfino di terapeutica ilarità, se volessimo cercare fuori dal calendario una logica alla vicenda, in un mondo che concede anche a Donald Trump facoltà di pensiero, la verità potrebbe essere questa. E cioè che al Gradenigo le vettovaglie per la stagione autunno-inverno fossero sovrastimate e perciò, adesso − al netto, speriamo, di muffe e parassiti −, qualcuno abbia inteso propinarle ai ricoverati fino all’ultima briciola, prima di procedere a nuovi acquisti. La domanda più ovvia, però, è se i proprietari di Humanitas, che sono la famiglia Rocca, UnipolSai, UniCredit, e il suo prestigioso presidente, il professor Alberto Mantovani, siano al corrente di questa modesta, proprio nel senso di micragnosa, contraddizione locale all’alta missione pubblica dichiarata urbi et orbi dal secondo gruppo sanitario nazionale.
Ma forse l’unica vera spiegazione è che siamo alla solita Italia, un paese condannato a far piangere se non facesse ridere, o viceversa, che poi è appunto il segreto della farsa, la forma drammatica di cui siamo campioni: quella dove la commedia non riesce mai a diventare tragedia, pur avendone ogni diritto. Però, se non possiamo sottrarci al primato, almeno candidiamolo all’Unesco. Come patrimonio (sempre più) diffuso, ovviamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA