La locandina dell’ultima opera di Francis Ford Coppola nelle sale italiane da ottobre

Stavolta il cinema indipendente di una delle colonne portanti della settima arte dell’ultimo secolo rappresenta con caustica nettezza non solo la differenza tra democratura e democrazia ma anche la necessità dell’utopia per affermare il più controverso e desiderabile diritto umano che la democrazia rappresenta. L’indipendenza di pensiero di uno dei più prestigiosi film-maker, la sua capacità di assumere fino in fondo la responsabilità di pagarne personalmente il prezzo e la sua resilienza fanno da specchio alle gesta eroiche di un Catilina stretto nella morsa demagogica tra il potere stantio di Franklin Cicero, accomodante e già esistente, ed un potere inumano, manipolatorio e senza scrupoli che si prepara alla successione, incarnato da un Clodio Pulcher che evoca i fool di Shakespeare


◆ Il commento di ANNALISA ADAMO AYMONE

L’arte è politica, si sa, anche quando decide di non trattare temi strettamente sociali e politici ma di svilupparsi secondo traiettorie narrative puramente estetiche, perché la libertà espressiva che accompagna l’arte la rende, sempre e comunque, un atto politico in sé idoneo a mettere in discussione e rivoluzionare il gusto, il pensiero dominate e la cultura del tempo presente. E sicuramente il cinema è la più politica di tutte le arti, tanto da essere stata a più riprese – e secondo varie forme – sottoposta al controllo e alla censura del potere. Ad onor del vero la libertà espressiva del cinema non ha fatto paura solo alle lobby del potere politico ma anche a larghe fasce della società spesso rappresentate da intellettuali conservatori e rigidi difensori della cultura dominante. Da qui l’eterna lotta del cinema indipendente che non ci sta a farsi imbavagliare da chi lo vuole mantenere nelle sabbie mobili del sempre uguale. 

Il regista di Megalopolis sul set del film autoprodotto con oltre 140 milioni di dollari

Dopo qualche settimana dall’uscita del film ‘Megalopolis’ il regista Francis Ford Coppola, uno dei più indipendenti film-maker della storia del cinema, in una bellissima intervista uscita su Rolling Stone ha detto: «Non dobbiamo seguire quelle formule che ti dicono: il cinema dev’essere questo, l’arte dev’essere quest’altro. Ogni volta che dicono cosa dev’essere l’arte, arriva qualcuno che rompe le regole, e noi è lui che seguiamo: capiamo che non vogliamo i dipinti dell’Accademia Francese ma i quadri di Matisse, e di quelli che come lui infrangono le regole. Perché? Perché l’arte è una cosa viva, che cambia in continuazione». Anche per questo la settima arte è la più grande scuola di democrazia e convivenza civile, non solo per le molteplici intrinseche tensioni sottese all’indipendenza di visione e realizzazione delle storie raccontate, ma anche per le pluralità che a livello sociale rappresenta, nonché per il dialogo multilaterale ed il confronto che senza sosta esso richiede, sia a chi il cinema lo fa sia a chi lo guarda, con la diversità culturale e la complessità del mondo. 

Il rapporto tra cinema e democrazia resta uno dei campi d’indagine più importanti della storia umana soprattutto per come le storie del cinema trattano il tema della democrazia. Proprio in questo l’immenso Coppola con il suo ‘Megalopolis’ ci fornisce un grandissimo contributo, rappresentando non solo con caustica nettezza la differenza tra democratura e democrazia ma anche la necessarietà dell’utopia per affermare il più controverso e desiderabile diritto umano che la democrazia rappresenta. In una New York decadente e senza valori ribattezzata New Rome si muovono le idee ‘rivoluzionarie’ di Cesar Catilina (interpretato da un indimenticabile Adam Driver) tese a realizzare un altro mondo possibile ma già pronto a diventare una realtà se solo si volesse mettere in discussione il già esistente. Se Francis Ford Coppola non fosse stato l’irriverente indipendente regista che è sempre stato, sarebbe riuscito a far emergere in modo così credibile lo sdegno per un mondo corrotto e pericolosamente annichilente che non vuole liberarsi del malcostume e dei suoi valori-non valori? Il cinema è finzione ma la verità del cinema è una miscela alchemica tra la vita di chi lo fa e l’opera che solo apparentemente vive di vita propria.

Francis Ford Coppola e Shia La Boeouf sul set di Megalopoli il 7 novembre 2022 ad Atlanta, in Georgia

L’indipendenza di pensiero di Francis Ford Coppola, la sua capacità di assumere fino in fondo la responsabilità di pagarne personalmente il prezzo e la sua resilienza fanno da specchio alle gesta eroiche di un Catilina stretto nella morsa demagogica tra il potere stantio, accomodante e già esistente, personificato da Franklin Cicero (interpretato da un eccellente Giancarlo Esposito), ed un potere inumano, manipolatorio e senza scrupoli che si prepara alla successione, incarnato da un Clodio Pulcher che evoca i fool di Shakespeare (magistralmente interpretato da Shia LaBeouf). La ricostruzione di New York/New Rome diventa la metafora di quella urgente rigenerazione di cui non solo la società ma anche lo stesso mondo del cinema necessitano. Non è un caso il riferimento di Francis Ford Coppola all’antica Roma repubblicana quando i plebei cominciarono a partecipare alla res pubblica e una timida democrazia si palesò nelle istituzioni per circa 300 anni, per poi inabissarsi nuovamente a causa delle brame di potere di singoli individui. 

Ecco che il film di Coppola, ben lungi dal diventare modesto moralista, esprime con estremo rigore artistico ed etico il più importante messaggio civile che in questo momento possa essere dato alle nuove generazioni: la democrazia è libertà e non un vacuo libertinaggio o un paludoso progetto per il futuro. La lotta per la libertà e la democrazia ha un prezzo, non è gratis. Questo Francis Ford Coppola lo sa bene. Valgono molto di più dei 120 milioni di dollari impiegati in prima persona per la realizzazione di questo film libero, autentico e irriverente, che oltre a dirla lunga sull’artista e sull’uomo Francis, consegna al mondo del cinema per varie ragioni una sfida non di poco conto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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È stata avvocato, formatrice e docente, ricoprendo numerosi incarichi pubblici. Da capo degli Affari generali e legali del Comune di Taranto ha promosso la prima causa risarcitoria contro i patrons di Ilva, responsabili del più grande disastro ambientale della Repubblica italiana. In seguito al giudizio è stato disposto un risarcimento di 12 milioni di euro in favore della città. È stata assessore all’Ambiente, alla legalità e alla qualità della vita del Comune di Taranto. Insieme ad una rete di associazioni, comitati e fondazioni svolge un’intensa attività di sensibilizzazione su temi inerenti diritti, ecologia, ambiente e tutele del patrimonio naturale e culturale. Ha creato #AnteLitteram rassegna di incontri con esponenti della società civile avviando un vero e proprio movimento culturale. Collabora con il Centro Ricerca Arte Contemporanea Puglia, altre istituzioni ed enti per valorizzare il ruolo che l’arte e la cultura hanno per la costruzione del valore della cittadinanza e della democrazia. Ha ricevuto il premio Tarenti Cives Delfini d’argento 2022. È stata chiamata a curare la sezione sul Mediterraneo dell’edizione 2022 del Festival del cinema promosso da Apulia Film Commission.

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