Nella città-simbolo della rivoluzione industriale italiana, prende il via la seconda edizione del Festival Internazionale dell’agricoltura in una location inattesa e sorprendente. Al Circolo dei lettori, cuore pulsante della cultura cittadina, si alterneranno per quattro giorni ricercatori, consumatori, docenti universitari, operatori agricoli e accademici, donne e uomini di cultura. Le conferenze, i dibattiti, gli spettacoli, i laboratori per bambini e per adulti, dimostrano la volontà di “Coltivato” di coinvolgere un pubblico eterogeneo, per creare un evento inclusivo e partecipativo. Si comincia oggi pomeriggio alle 17 alla Cavallerizza Reale in Via Verdi con l’inaugurazione affidata a Giulio Boccaletti su “L’acqua come impegno civico”: cinque brevi lezioni in una sola conferenza. Alle 21, alla Sala grande del Circolo dei lettori, il reading-concerto con Massimiano Bucchi e, al pianoforte, Arturo Stàlteri. Maria Lodovica Gullino, motore propulsivo di “Coltivato”, ci guida in un evento da non perdere


◆ L’articolo di MARIA LODOVICA GULLINO 

Maria Lodovica Gullino e Antonio Pascale alla presentazione della seconda edizione di Coltivato, Festival internazionale dell’agricoltura che sarà aperto oggi a Torino (foto di Andrea Guermani che qui si ringrazia)

Torino, città simbolo della rivoluzione industriale italiana, diventa ancora una volta, per quattro giorni, il fulcro di una riflessione profonda e necessaria sul futuro dell’agricoltura. Dal 20 al 23 marzo 2025, la seconda edizione del Festival Internazionale dell’Agricoltura “Coltivato” prende vita nel cuore pulsante della cultura cittadina, una scelta audace e simbolica che segna una rottura con le tradizionali rappresentazioni del settore. L’evento non si limita a celebrare la bellezza della campagna in modo bucolico, ma si propone come un’analisi critica, laica e indipendente di un settore cruciale per la sopravvivenza dell’umanità, un settore in rapida e profonda trasformazione, sottoposto a pressioni globali senza precedenti. 

Coltivato si pone domande essenziali, domande che trascendono le facili retoriche e richiedono risposte concrete: come può l’agricoltura sfamare una popolazione mondiale in costante crescita, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, in un mondo sempre più segnato da cambiamenti climatici imprevedibili, da massicci flussi migratori e da una crescente richiesta di sostenibilità ambientale? Il Festival non si accontenta di risposte semplicistiche e facili slogan. Propone invece un’indagine approfondita, che analizza le sfide e le opportunità di un settore complesso, in continua evoluzione, che richiede soluzioni innovative e un’integrazione tra tradizione e tecnologia. La risposta, suggerita da Coltivato, richiede un approccio innovativo, una rivoluzione silenziosa che investa ogni aspetto del settore, dalla ricerca al trasferimento tecnologico, dalla produzione alla distribuzione, dal consumo al riciclo.

L’evento tocca temi cruciali, spesso trascurati nel dibattito pubblico: l’impatto dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola, con la necessità di adattare le colture e le tecniche di coltivazione; le implicazioni dei flussi migratori, sia per coloro che lasciano le campagne che per le comunità che li accolgono; la gestione responsabile delle risorse idriche, sempre più scarse in molte regioni del mondo; la sostenibilità ambientale e sociale delle pratiche agricole, garantendo sia la produttività che il rispetto dell’ecosistema; la sicurezza alimentare e la lotta contro la fame nel mondo, un problema che continua a colpire milioni di persone. Non si tratta di una celebrazione nostalgica del mondo rurale, ma di un’analisi realistica delle contraddizioni, dei conflitti e delle possibili soluzioni, in un’ottica di giustizia sociale e di responsabilità ambientale.

Coltivato si rivolge a un pubblico vasto e eterogeneo: consumatori, cittadini, studenti, agricoltori, imprenditori, ricercatori. È un appello a una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale dell’agricoltura nella vita di tutti, un invito a riflettere sulle scelte quotidiane che impattano sulla produzione e sul consumo di cibo. La scelta di Torino come sede del festival è simbolicamente potente: una città che ha saputo reinventarsi, dopo la fine dell’era industriale trasformandosi in un motore di innovazione e cultura, offrendo un contesto ideale per un evento che guarda al futuro.

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Particolare attenzione è dedicata ai giovani, che sono chiamati a ricoprire un ruolo centrale nel rinnovamento del settore. Coltivato riconosce l’importanza del loro apporto innovativo, delle loro competenze tecnologiche, del loro entusiasmo nel trovare soluzioni creative alle sfide dell’agricoltura del futuro. L’evento fornisce loro uno spazio di confronto, di formazione e di networking, evidenziando le opportunità di lavoro e di crescita professionale in un settore in continua evoluzione. In un’epoca in cui il dibattito sul cibo e sull’agroalimentare è sempre più acceso e troppo spesso polarizzato, Coltivato si propone come un luogo di dialogo, di confronto aperto e costruttivo, lontano da ideologismi e semplificazioni, per costruire insieme un futuro alimentare più equo e sostenibile.

Il ricco programma del Festival —  vedi tutti gli eventi di Coltivato cliccando qui —, con conferenze, dibattiti, spettacoli, laboratori per bambini e per adulti, dimostra la volontà di Coltivato di coinvolgere un pubblico eterogeneo, per creare un evento inclusivo e partecipativo. Un Festival da non perdere, non solo per la sua ricchezza di contenuti, ma anche per il forte messaggio di speranza e di cambiamento che porta con sé: il futuro dell’agricoltura, e con esso il futuro del nostro pianeta, è nelle nostre mani. Ognuno di noi con i suoi gesti quotidiani può dare un contributo. Anche per questo motivo ringrazio “Italia Libera” per l’aiuto a lasciare del Festival, con un numero speciale del magazine, una traccia che potrà essere utile per il pubblico e non solo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da molti anni si occupa con passione di salute delle piante all’Università di Torino, dove è stata ordinario di Patologia vegetale e Vice-Rettore. Figlia di imprenditori agricoli e imprenditrice lei stessa, oltre che docente universitario, ha vissuto, studiato e lavorato per lunghi periodi all’estero. Quando non è in viaggio si divide tra Torino, dove ha fondato e diretto per più di vent’anni il Centro di Competenza Agroinnova dell’Università di Torino e la Liguria, dove collabora con l’Università di Genova. È anche giornalista pubblicista e ama molto leggere, scrivere e comunicare. A fianco dei lavori e libri scientifici, ha voluto cimentarsi con una scrittura più lieve. Cominciando con “Spore” (Daniela Piazza Editore, 2014), cui sono seguiti, sempre con lo stesso editore, nel 2015 un libro per ragazzi, “Caccia all’alieno” e nel 2016 “Valigie: cervelli in viaggio”. Nel 2018 ha pubblicato, con Gabriele Peddes, un libro a fumetti “Angelo, il Dottore dei Fiori” con Edagricole, Business Media. In occasione dell’Anno Internazionale sulla Salute delle piante ha pubblicato “Healthy plants, healthy planet” (FAO), tradotto in numerose lingue. Nel 2021 ha pubblicato Spores (Springer). Nel 2021, con Ilaria Borletti Buitoni e Ilaria Capua ha fondato weTree, Associazione che ha lo scopo di valorizzare le piante, l’ambiente e le donne e dal 2023, con Antonio Pascale, organizza a Torino, ColtivaTo, il Festival Internazionale dell’Agricoltura.

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