Indicata dalla Regione Lombardia quale consigliere di amministrazione del Teatro alla Scala, la prima figlia della seconda famiglia del Cavalier Silvio cominciava ad annoiarsi. L’ultimo incarico di Barbara Berlusconi fu nel Cda del Milan. Ne nacque anche un flirt con un giovane calciatore. I figli della prima moglie da anni lavorano duro: guidare Mondadori e Mediaset non è uno scherzo. Saranno opinabili le linee editoriali ma non le capacità manageriali. Viene spontaneo chiedersi, invece, cosa c’entri lei, Barbara, con la lirica. Quel furbone del governatore Fontana (ve lo ricordate alle prese con la mascherina anticovid?) avrà pensato che B.B. mobiliterà l’impero mediatico di famiglia per avvicinare i giovani alle musiche liriche e sinfoniche. Andrà così?


Il pensierino di GIANLUCA VERONESI

Silvio Berlusconi e la terza figlia Barbara nata dal secondo matrimonio con Veronica Lario

Vorrei distrarmi per un attimo dal forsennato braccio di ferro tra politica e giustizia, respirare una boccata di aria fresca. Sono allibito di quanto sta succedendo: non si rendono conto che disastro – tutti insieme – stanno producendo. Una guerra che sta degenerando nell’uso di mezzi leciti ed illeciti, riservati o addirittura segreti. Una delegittimazione generale, che non vedevo dai tempi di tangentopoli. Con una differenza: che allora al centro dello scontro c’era l’etica pubblica e il finanziamento della politica, oggi la gestione dell’immigrazione. I respingimenti albanesi, i generali libici, lo spionaggio verso giornalisti, tutto riporta a questa gigantesca questione.

La maggioranza sospetta che una parte dei giudici sabotino le soluzioni del Governo. L’opposizione si oppone ma se non presenta le sue controproposte (possibilmente praticabili e finanziabili) perderà le elezioni a vita, a prescindere dalla metratura del campo largo. È importante verificare se a questo fenomeno ormai mondiale si possano dare risposte diverse da quelle solamente proibizionistiche. C’è comunque una certezza: ogni situazione complessa e contorta come questa va, nel limite del possibile, affrontata in anticipo rispetto al suo sorgere e “governata” nel suo svolgersi da regole certe e ruoli precisi.

Alleggeriamo il clima. Barbara Berlusconi è stata indicata dalla Regione Lombardia quale consigliere d’amministrazione del Teatro alla Scala. La più giovane della famiglia cominciava ad annoiarsi. L’ultimo incarico che io ricordi fu nel CdA della squadra del Milan. Ne nacque anche un flirt con un giovane calciatore. Certo viene spontaneo chiedersi cosa c’entri lei con l’incarico.

I bambini delle scuole milanesi in visita al Teatro alla Scala

Per un ventennio la famiglia del Cavaliere è stata per gli Italiani l’equivalente della famiglia reale inglese, certamente con meno blasone, con meno storia alle spalle ma anche con meno frivolezza, snobismo, “altezzosità”, litigiosità. Ereditò il ruolo dagli Agnelli che per motivi anche tragici saltarono una generazione. Non hanno dato scandalo, si sono goduti i loro soldi senza esibizionismo. I figli della prima moglie è da anni che lavorano duro. Guidare Mondadori e Mediaset non è uno scherzo. Saranno opinabili le linee editoriali ma non le capacità manageriali. Barbara avrà pensato che dopo aver posseduto Milano Due e Milano Tre, era l’ora di dotarsi di un quartierino anche nel centro storico. Siccome il Municipio è al momento occupato, ha cominciato ad avvicinarsi, ripiegando sul palazzo di fronte. Le hanno però spiegato che lo spazio abitabile è scarso. Non avendole concesso il palco reale, dovrà accontentarsi di uno di terz’ordine (due metri per due) così da evitare di essere disturbata dalla musica in quel momento suonata in sala.

Le sue feste dovranno essere organizzate per “repliche”, sapendo che chi è invitato alla “prima” deve portare un regalo più impegnativo. Ma il sacrificio peggiore sarà tenere il cellulare permanentemente spento. Fuori celia: La Scala è uno dei più famosi teatri musicali al mondo ed è, insieme alla Biennale di Venezia, una delle poche istituzioni che contribuiscono all’evolversi della cultura internazionale. La designata potrebbe davvero essere utile, favorendo l’avvicinarsi dei giovani alle musiche liriche e sinfoniche e – con quell’impero comunicativo alle spalle – non le mancherebbero gli strumenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si laurea a Torino in Scienze Politiche e nel ’74 è assunto alla Programmazione Economica della neonata Regione Piemonte. Eletto consigliere comunale di Alessandria diventa assessore alla Cultura e, per una breve parentesi, anche sindaco. Nel 1988 entra in Rai dove negli anni ricopre vari incarichi: responsabile delle Pubbliche relazioni, direttore delle Relazioni esterne, presidente di Serra Creativa, amministratore delegato di RaiSat (società che forniva a Sky sei canali) infine responsabile della Promozione e sviluppo. È stato a lungo membro dell’Istituto di autodisciplina della pubblicità.

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