La novità più importante è l’indicazione della quantità di zuccheri nei succhi di frutta e il divieto di utilizzare qualsiasi tipo di dolcificante aggiunto o edulcorante (naturale o artificiale) per compensare l’avvenuta riduzione di zuccheri. Per il miele l’obbligo è di apporre sull’etichetta il Paese in cui è stato raccolto; se i Paesi di provenienza sono diversi sarà necessario menzionarli in etichetta in ordine decrescente e in base alla proporzione che rappresentano nel prodotto finale. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, sono 13 milioni i cittadini in sovrappeso e 4 milioni gli obesi in Italia predisposti ad ammalarsi
◆ L’articolo di VITO AMENDOLARA, presidente Osservatorio Dieta Mediterranea
Per il miele c’è l’obbligo di apporre sull’etichetta il Paese in cui è stato raccolto; se i Paesi di provenienza sono diversi sarà necessario menzionarli in etichetta in ordine decrescente e in base alla proporzione che rappresentano nel prodotto finale. Lo stesso vale per i succhi di frutta, le marmellate, le confetture e gelatine; per queste ultime viene consigliato, con l’obiettivo di ridurre la quantità di zuccheri liberi presenti, l’aumento in percentuale del quantitativo di frutta contenuta nella confezione.
Ma l’elemento più importante è rappresentato dalla indicazione della quantità di zuccheri nei succhi di frutta; nei fatti è previsto che l’etichetta indichi che i prodotti contengono “solo zuccheri naturali” così come deve essere segnalata la dicitura: succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri. Altro elemento importante è rappresentato dal divieto di utilizzare qualsiasi tipo di dolcificante aggiunto o edulcorante, sia naturale che artificiale, per compensare la avvenuta riduzione di zuccheri.
Sono 13 milioni i cittadini in sovrappeso e 4 milioni gli obesi in Italia, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, predisposti per la loro condizione a contrarre malattie non trasmissibili (diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, cancro). Numeri sui quali riflettere per le conseguenze dannose che producono sia in termini economici sia, ancor più gravemente, per il numero di vite umane che vengono mietute ogni anno: si stimano oltre 200 mila morti l’anno in Italia, con un costo pari al 75% della spesa sanitaria. Dati raccapriccianti che dovrebbero imporci “l’obbligo” di acquisire più consapevolezza nel nostro approccio al cibo. Facendo tesoro di un aforisma del grande filosofo Arthur Schopenhauer: “La salute non è tutto ma senza la salute il tutto è niente”. © RIPRODUZIONE RISERVATA