Su chi dovrà pagare i 70 miliardi di euro di disavanzo pubblico nei prossimi sette anni si ripropone la domanda fatidica: pagano i più ricchi o si taglia la spesa e i servizi pubblici per i più poveri? Una linea di demarcazione netta tra destra e sinistra suggerirebbe scelte chiare per uscire dal solito ritornello del “ce lo chiede l’Europa”. Anche perché − occhio alla penna, cara sinistra − in Europa possono esserci risposte diverse
◆ Il commento di GUIDO ORTONA
► L’Italia dovrà pagare (almeno) 10 miliardi all’anno per ridurre il disavanzo pubblico onde rispettare i vincoli europei. Una riduzione di disavanzo può essere ottenuta o tagliando le spese o aumentando le entrate (o con un misto delle due cose). 10 miliardi sono circa il due per mille della sola ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, sostanzialmente “tassabili con un click” e in un modo non evadibile, e circa lo 0.4 per mille della sola ricchezza finanziaria del 10% più ricco delle famiglie italiane, idem. A questo punto ci aspetteremmo che la destra dica “riduciamo le spese” e la sinistra dica “respingiamo le norme europee” oppure “accettiamole ma tassiamo i ricchi”. La destra infatti lo dice, ma la sinistra moderata (Pd e parte dei 5S) no. Perché?
L’ipotesi più plausibile è “perché ridurre le spese fa gola a molti” – meno sanità pubblica vuol dire più sanità privata, meno sussidi vuol dire più lavoro precario, meno Stato vuol dire meno controlli e quindi più spazio alla corruzione, eccetera: sommando due più due, è inevitabile pensare che dentro il Pd siano in molti, e potenti, che vogliono questo, se occorre versando opportune lacrime di coccodrillo (“non vorremmo, ma ce lo chiede l’Europa, mica siamo sovranisti”) e in pochi, e impotenti, che la pensino nel primo modo. Donde il silenzio.
Aggiungo. Quanto ai 5S, hanno un vantaggio sul Pd: la compresenza destra-sinistra è ancora più accentuata, ma i rapporti dei loro eletti e/o dirigenti coi poteri locali sono molto tenui, e con i poteri forti sono inesistenti. Quindi una scissione è più agevole. Ma non è detto che capiti. La storia è piena di partiti spariti, e la cronaca di partiti in via di sparizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA