Con la prima donna Primo ministro, l’Italia può vantare un deciso primato, a prova di negazionisti. Le due fiamme della personalità della Presidente del Consiglio ardono sempre insieme: atlantista, libertaria e garantista a Bruxelles; reazionaria come il patriarca compro-oro Kyrill quando, nei ruggenti panni di donna-madre-cristiana, gareggia con Matteo Salvini a chi imita peggio il peggio del Ventennio. Del resto, il nostro governo non può certo consigliare a un paese sovrano e amico, qual è l’Ungheria, di rispettare i diritti dei detenuti e delle donne, come fosse un qualunque Al Sisi. Al massimo, lo può convincere, reclamando applausi dalla claque Rai, ad accettare 50 miliardi di aiuti all’Ucraina
◆ Il commento di MAURIZIO MENICUCCI
► In uno scenario politico globale che tende a risolvere la complessità sociale con la semplicità del bipolarismo, l’Italia, come al solito, negli ultimi tempi, è in testa a tutti. Può vantare il primo leader veramente bipolare del mondo. L’evidenza del primato è a prova di negazionisti: le due fiamme della personalità della premier ardono sempre insieme e con la stessa entusiasmante potenza. Le danno modo di presentarsi atlantista, libertaria e garantista a Bruxelles e dovunque appena si balbetti l’alfabeto dei diritti individuali; e reazionaria come il patriarca compro-oro Kyrill quando, nei ruggenti panni di donna-madre-cristiana, gareggia con Matteo Salvini a chi peggio imita il peggio del Ventennio e meglio attira gli psicopatici che ne hanno nostalgia, oppure fa merenda con la combriccola nazifasciopopulista che da Vox a Orbán copre di vergogna l’Unione Europea.
Belle parole. Memorabili, soprattutto. E se qualcuno dubitasse che le abbia davvero pronunciate – in Ungheria, è possibile – basta controllare sul web: sono proprio le sue, alla lettera. Ora, però, avremmo una questione da porre alla premier bipolare, e ovviamente non ci rivolgiamo alla Giorgia-Kyrill, ma alla Giorgia femminista e progressista, che ha rotto a reti unificate con il consorte fedifrago, anche lui a reti unite (per completezza d’informazione, ma senza dare credito alla notizia, si dice che il folto Giambruno stia tentando di riavvicinarsi, naturalmente alla Giorgia che perdona le violenze psicologiche..). Ritornando a quella che invece le esecra: non crede, la nostra presidente del Consiglio, che la cronaca di queste ore non lasci dubbi circa il fatto che all’abuso e alla violenza verso quella ‘donna su tre’ che aveva citato con tanto sdegno, abbia contribuito anche lei, aiutando i suoi aguzzini?
Ci sarebbe da ridere, se non fosse che il fascismo è sempre stato così: una recita grottesca nella forma, una tragedia umana e morale nella sostanza. E nella sostanza, appunto, il metodo politico dell’attuale destra italiana è ancora quello che, lasciato libero di menare le mani e i manganelli, sbarazzandosi del Parlamento e della Magistratura, portò a commettere e a coprire il delitto Matteotti: una violenza terapeutica e preventiva contro chiunque infastidisca la maggioranza e la sua perversa idea di società, che oggi potrebbe essere efficacemente delegata ad altri paesi ‘fratelli d’Italia’, dove la libera informazione è soffocata e gli abusi facilmente coperti. La realtà è questa: siccome Ilaria Salis è di sinistra, può essere calunniata dal suo Paese, accusata di reati dai quali i giudici l’hanno già scagionata, ‘invitata’ a restare a vita nelle carceri magiare. Sono galere indegne di un qualunque paese europeo, ma forse la Meloni Numero Uno le vorrebbe copiare, se l’altra, la Numero Due, non fosse intenta a fingersi freneticamente democratica, antiputiniana e atlantista per mendicare un po’ d’attenzione dal mondo e spacciare all’Italia, insieme alle racchettate vincenti di Sinner, la sua dose quotidiana di orgoglio nazionale. © RIPRODUZIONE RISERVATA