Continua la battaglia e la mobilitazione di associazioni e cittadini contro il rigassificatore di Porto Empedocle. Un confronto impari con le forze economiche e politiche debordanti dei “potenti players del fossile” che continuano a tenere in piedi un progetto industriale mai decollato negli ultimi vent’anni. Una ulteriore proroga di ben 70 mesi per “ultimare” il progetto (peraltro già scaduto e mai iniziato) è stato concesso un anno fa a Nuove Energie Enel e Snam per dar vita a un pericoloso impianto che metterebbe a rischio l’ambiente, la sicurezza e la salute dei cittadini, ma anche l’economia, la pesca, la navigazione e le attività turistiche. Dal basso si lavora ora per organizzare una iniziativa (“Non ci sono cause perse”) con residenti e turisti lungo le spiagge agrigentine e empedocline a difesa della bellezza dei luoghi, dei beni culturali ed ambientali
◆ L’intervento di ALESSIO LATTUCA
► Spero, davvero, che le comunità (e soprattutto gli attivisti) che hanno a cuore la tutela del valore economico del patrimonio naturale − composto dalla bellezza dei luoghi, dei beni culturali ed ambientali, uno dei beni più preziosi che comprende la ‘biodiversità’, le risorse non viventi come l’aria, l’acqua, il suolo e le risorse geologiche − accettino l’invito e si convincano a dare vita ad una severa protesta, riversandosi sulle spiagge agrigentine/empedocline per comporre una catena umana. Per protestare contro l’ indecoroso progetto del rigassificatore voluto dai “soliti noti” da piazzare in zona Kaos davanti alla costa del Mito, che causerà la definitiva rovina della città. E contro le sconsiderate scelte della Regione che non ha considerato la volontà manifestata da circa 8000 cittadini (consapevoli) che hanno espresso con chiarezza la loro volontà, posto che i rischi di cui il territorio interessato dovrebbe farsi carico sono innumerevoli.
Le scelte operate dalla Regione Sicilia (dirette a riposizionare il progetto) sono in evidente controtendenza rispetto alle politiche europee e, perfino, rispetto a quanto accaduto in Liguria dove è prevalso il buon senso del presidente ad interim, Alessandro Piana (al termine di un’articolata riunione tenuta con i rappresentanti del territorio sul trasferimento a Vado Ligure del rigassificatore ormeggiato al porto di Piombino), sulla protervia di Toti. Il quale, pur di ingraziarsi il governo Meloni, non aveva esitato a fare del male alla Liguria. Posto che non poteva non sapere che, a proposito della nave gasiera ormeggiata nel porto di Piombino, l’Ispra (con la nota n. 30338 del 30.05.2024) ha evidenziato preoccupanti verità sui controlli dai quali è emerso che i livelli di “metano e di formaldeide” emessi hanno, ripetutamente, superato gli standard.
L’annosa battaglia per i diritti condotta da movimenti, enti, associazioni e semplici cittadini di una comunità geograficamente emarginata ed economicamente diseredata, ha a che vedere con il rispetto della persona nel senso più largo del termine. Il che sembrerebbe rispondere ad esigenze locali ma, come ovvio, nell’eventualità di vittoria ne beneficerà l’intero Paese. Per tali considerazioni vale la pena di combattere anche se occorre non farsi facili illusioni: continuerà ad essere una battaglia legale e morale ancora lunga e difficile perché i “potenti players del fossile”, dati i mezzi e la protervia di cui dispongono, tenteranno in ogni modo di non soccombere.
Ma non c’è dubbio, tuttavia, che con la decisione operata dai “valenti avvocati” di Nuove Energie Enel e Snam di trasporre il ricorso dalla “comodità straordinaria davanti al presidente della Regione” al “rigore” del Tar, denuncia “debolezza”. E proprio per questo sembrerebbe che si sia aperta una “nuova fase” nella quale lo Stato di Diritto potrebbe obbligare i “soliti noti” a rispettare i beni culturali ed ambientali, la salute e la sicurezza, in definitiva, la vita dei cittadini.
Residenti e turisti si dovrebbero prendere per mano per chiedere ancora una volta alla Regione Sicilia “la revoca in autotutela” dell’orrendo Decreto Assessorile n. 45 del 13 settembre 2023. Con esso l’agrigentino Giovanni Di Mauro (a seguito dell’incontro tra il Presidente della Regione Renato Schifani e il leghista Flavio Cattaneo Amministratore delegato di Enel) ha concesso d’emblée (con evidente approssimazione e senza alcuna verifica) a Nuove Energie Enel e Snam, una proroga di ben 70 mesi per “ultimare” l’indecoroso progetto (peraltro già scaduto e mai iniziato). Il rinnovo di una concessione per un pericoloso impianto che metterebbe a rischio l’ambiente, la sicurezza e la salute dei cittadini, ma anche l’economia, la pesca, la navigazione e le attività turistiche.
Al riguardo è giusto offrire le corrette informazioni alle comunità interessate perché sappiano ciò che li aspetta: un’area di oltre 4 km sarebbe sottratta alla normale gestione del porto, in quanto interdetta alla navigazione per essere “definitivamente consegnata” (unitamente al porto, per meno di un piatto di lenticchie) ai soliti noti. Mentre migliaia di cittadini “assisterebbero” molto da vicino (nell’ordine delle centinaia di metri) alle pericolose ed inquinanti operazioni del rigassificatore al quale attraccherebbe la metaniera di turno, quasi sempre presente viste le molte ore necessarie per operazioni di scarico del Gnl. C’è poi da aggiungere che l’abitato di Porto Empedocle è a pochi metri e che la popolazione presenta molti tratti di fragilità sanitaria anche a causa della permanenza decennale di un’area di bonifica mai realizzata, come confermato dalle evidenze.