Un ecosistema, particolarmente pregiato per la rarità delle specie botaniche di macchia, gariga e steppa con annesse specie animali, è ora a rischio distruzione. Il gruppo Porche ha presentato un progetto di ampliamento delle piste costruite negli anni Settanta della Fiat nel territorio di Nardò. I “Custodi del Bosco di Arneo”, costituito da una rete di associazioni e cittadinanza attiva, si sono mobilitati per annullare l’efficacia della delibera della Regione Puglia del 29 agosto 2023. Distruggere 40,5 ettari di foresta secolare, 165,5 ettari di altre superfici boscate e 7,3 ettari di habitat di steppa prioritaria comporterebbe una responsabilità politica e amministrativa enorme, sottolinea Italia Nostra. Già raccolte oltre 39mila di firme per salvarli
◆ L’articolo d ANNALISA ADAMO AYMONE
► Iniziavano gli anni ‘70 e la Fiat decideva di costruire nel Salento, precisamente a Nardò, una pista ad alta velocità, con una circonferenza di 12,566 km e un diametro di 4 km, coprendo un’area di 700 ettari. Inaugurata nel 1975 e conosciuta a livello internazionale come Nardò Ring, cambiò la denominazione ufficiale da Società Auto Piste Sperimentali Nardò a Fiat Centro Test. Nel 2012 la proprietà passò dalla Prototipo Technologies di Trofarello a Porsche Engineering, una società del gruppo Porsche, cambiando definitivamente denominazione nel 2005 in Nardò Technical Center. Dopo la costruzione dell’impianto una parte rilevante di bosco mediterraneo è rimasto all’interno dell’anello, comprendendo l’habitat 6220 dichiarato prioritario per conservazione dall’Unione Europea e costituendo l’ultimo lembo della secolare Foresta della terra d’Arneo.
In più occasioni e documenti il Comitato “Custodi del Bosco di Arneo” ha denunciato la contrarietà di tale operazione alla Direttiva europea Habitat, secondo la quale l’edificazione su un sito protetto deve essere sostenuta da ragioni di pubblico interesse e, comunque, previo parere della Commissione. Altra critica mossa ufficialmente dal Comitato è stata l’effettiva applicazione delle procedure di partecipazione, più esattamente la Legge regionale n. 28 del 13 luglio 2017 che all’art. 9 recita: «nel caso in cui l’opera sia soggetta al valutazione di impatto ambientale (Via) e valutazione ambientale strategica (Vas) di competenza regionale, lo svolgimento del dibattito pubblico è condizione per l’avvio della procedura di valutazione». Molto criticate anche le rassicurazioni fornite dalla Nardò Technical Center in merito alla prevista sostituzione di quel preziosissimo antico patrimonio verde con il progetto di messa a dimora di piantine della flora autoctona mediterranea al fine di ricreare il bosco. L’opera compensativa, infatti, proposta dalla società non convince, visto che non compenserebbe mai la perdita di patrimonio esistente.
Di fronte alle notevoli perplessità sulla regolarità e sulla legittimità di un ‘parere favorevole definitivo’ già emesso dall’ente territoriale, il Comitato dei “Custodi del Bosco dell’Arneo”, durante una passeggiata di sensibilizzazione ecologica – organizzata domenica 3 dicembre con i sostenitori nei pressi del sito – ha fatto sapere che in pochi giorni sono arrivate ad oltre 39mila le firme raccolte per salvare l’ultima foresta del Salento e che si sta valutando tra i tecnici e consulenti l’impugnativa al Presidente della Repubblica. © RIPRODUZIONE RISERVATA