La copertina del Rapporto 2022; sotto il titolo, disegno di George Grosz “Guerra, 1920”

Il Rapporto 2022 “The Lancet Countdown” documenta il degrado ambientale e sociale conseguente al global warming. Nonostante gli impegni assunti più volte, dal 1992 a oggi l’intensità del Carbonio nel sistema energetico mondiale è diminuita solo dell’1%. I governi continuano imperterriti a sovvenzionare i fossili per centinaia di miliardi di dollari all’anno, con budget confrontabili o superiori alla spesa sanitaria. A causa delle ondate di calore, nel corso del 2021 sono state perse globalmente 470 miliardi di ore di lavoro per un valore di 669 miliardi di dollari. Proiettando al 2040 le emissioni in atmosfera delle 15 maggiori compagnie Oil & Gas, sulla base delle strategie produttive la loro anidride carbonica crescerà in media del 38%. L’Eni farà anche peggio: prenota un aumento del 57%. «Se queste strategie verranno perseguite, esse bloccheranno il mondo in un futuro fatalmente più caldo con impatti catastrofici sulla salute», annota “The Lancet Countdown” per l’anno appena trascorso


L’articolo di MASSIMO SCALIA

LA PRESTIGIOSA RIVISTA The Lancet ha da anni costituito The Lancet Countdown, un comitato che si occupa dell’interazione tra clima e salute a livello mondiale: 51 organismi internazionali e 99 esperti guida. È uscito da pochi giorni il suo Rapporto 2022, del quale, scontata l’ignoranza abituale che grandi media italiani, stampa e Tv, riservano a questi documenti, è invece fondamentale informare i cittadini, perché, come il titolo del rapporto fa ben capire: “La salute è alla mercè dei combustibili fossili”, proprio mentre sono in corso altre gravi crisi. Infatti: «Il rapporto 2022 di Lancet Countdown viene pubblicato mentre il mondo affronta shock sistemici profondi e simultanei. I paesi e i sistemi sanitari continuano a fare i conti con gli impatti sanitari, sociali ed economici della pandemia di Covid-19, mentre l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e una persistente dipendenza eccessiva dai combustibili fossili hanno spinto il mondo verso una crisi globale dell’energia e del costo della vita. Con lo svolgersi di queste crisi, il cambiamento climatico si intensifica senza sosta. I suoi impatti in peggioramento stanno colpendo sempre più le fondamenta della salute e del benessere umano, esacerbando la vulnerabilità delle popolazioni mondiali alle minacce sanitarie concomitanti».

George Grosz, “Guerra, 1920”

Seguiamo la scaletta stessa che la sintesi del Rapporto prevede in forma visualizzata a questo link: https://www.lancetcountdown.org/about-us/interact-with-the-key-findings/

Impatto dei giorni di ondate di calore sulla insicurezza alimentare

Esposizione delle popolazioni vulnerabili alle ondate di calore (*)

Potenziali ore di lavoro perse a causa dell’esposizione al calore

Territori affetti da siccità

Esposizione della popolazione ad alto rischio di incendio 1

Mortalità associata a eventi meteo estremi

Clima e trasmissione del dengue

Usi domestici di energia pulita in rapporto all’indice di sviluppo umano (HDI)

Esposizione al particolato PM 2.5 in aree urbane e rurali

(*) Nel 2021 i gruppi di persone più vulnerabili per età sono stati esposti a 3,7 miliardi di giorni-persona di ondate di calore in più delle media annuale del periodo 1986 – 2005. Con “giorni-persona” ci si riferisce al numero cumulativo dei giorni di ondate di calore in un anno ai quali le persone sono state collettivamente esposte (p. es., se 100 persone sono esposte a 5 giorni di ondate di calore questo si traduce in 500 giorni-persona)

1 Variazione del numero medio di giorni all’anno nei quali ogni persona è stata esposta a rischio di incendio molto alto o estremamente alto. Dal 2001-04 al 2018-21è cresciuto nel 61% dei Paesi.


Per tutti gli indicatori, nel Rapporto vengono forniti dati e andamenti temporali, che consentono il confronto con decadi precedenti e che registrano per ognuno di essi un significativo peggioramento nel corso degli anni. «Nonostante questi danni alla salute, i governi e le aziende continuano a dare la priorità ai combustibili fossili a scapito della salute delle persone», è l’amara osservazione del Rapporto. Una situazione che trova una spiegazione nel fatto che da quando è stata costituita la Unfcc (United Nations Framework Convention on Climate Change), 1992, a oggi, e nonostante gli impegni più volte assunti, l’intensità del Carbonio nel sistema energetico mondiale è diminuita solo dell’1%! Il rapporto fornisce per ogni Paese l’andamento nel tempo di questo diagramma, che scandisce il disinteresse alla salute e, sul piano morale, è un vero diagramma della vergogna. Del resto, i Governi continuano imperterriti a sovvenzionare i fossili con somme di centinaia di miliardi di dollari all’anno, con budget confrontabili o superiori alla spesa sanitaria — denuncia il rapporto — mentre i Paesi ad alto reddito non sono riusciti a consegnare i 100 miliardi di dollari ripetutamente promessi ai Paesi in via di sviluppo per una «giusta transizione energetica». Del tutto inadeguati («profound lack»), poi, i finanziamenti complessivi per un futuro low-carbon.

Quanto costa il non intervenire come si dovrebbe contro il global warming? Un dato, parziale e indiretto, il Rapporto lo fornisce in tutt’altro contesto, quello delle ore di lavoro perse per le ondate di calore: 470 miliardi di ore perse globalmente nel 2021 per 669 miliardi di dollari.

George Grosz, “Alba (presto)”: chi va al lavoro alle 5 del mattino, chi si attarda nella dissolutezza notturna

Non manca, nel Rapporto, un altro ‘diagramma della vergogna’: quello delle proiezioni al 2040 delle emissioni di Co2 delle 15 maggiori compagnie internazionali ‘Oil & Gas’, sulla base delle loro strategie. Tutte curve in salita, in contrasto flagrante con la raccomandazione dell’accordo di Parigi di ridurre le emissioni per limitare l’incremento di temperatura entro +1,5 °C. Più 38% di emissioni al 2040 è la media tra i 15 ‘sporcaccioni’, e l’Eni, tanto per distinguersi, si prenota per un aumento del 57%. Drammatico il commento del Rapporto: «Se queste strategie verranno perseguite, esse bloccheranno il mondo in un futuro fatalmente più caldo con impatti catastrofici sulla salute».

Letti questi dati il Mascellone dell’Eni ha voluto brindare ai prossimi misfatti e ha indetto per il 19 gennaio un convegno di celebrazione del Ccs (Carbon Capture and Storage) a Ravenna, concepito per confinare sotto terra la Co2 prodotta dalla combustione degli amati fossili. Organizzato da “The International Propeller Club Port of Ravenna” al Grand Hotel Mattei (absit iniuria verbis), saranno presenti tutti i suoi ominicchi, la politica e le imprese, Hera (multiutility di energia e servizi emiliano-romagnola) in testa. “Spezzeremo le reni alle rinnovabili”, l’hanno sentito minacciare con ferocia, preparando un seminario sulla “Sicurezza energetica”, e ha ambiguamente aggiunto: “Giorgia sarà dei nostri, figuriamoci lo era Draghi!”. Non pago, ha sottoposto i suoi creativi a una “correzione” analoga a quella imposta a Malcom Mc Dowell in “Arancia meccanica”: fissare gli occhi magnetici, del suo busto, per 24 ore. Ne è uscito lo slogan-comandamento del nuovo spot, che corregge la fatuità permissiva di “Plenitude” con l’affermazione trionfale per Eni: “L’energia di sempre”. Sì, quella degli “impatti catastrofici sulla salute”! © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scienziato e politico, leader del movimento antinucleare e tra i fondatori di Legambiente. Primo firmatario, con Alex Langer, dell’appello (1984) per Liste Verdi nazionali. Alla Camera per i Verdi (1987-2001) ha portato a compimento la chiusura del nucleare, le leggi su rinnovabili e risparmio energetico, la legge sul bando dell’amianto. Presidente delle due prime Commissioni d’inchiesta sui rifiuti (“Ecomafie”): traffici illeciti nazionali e internazionali; waste connection (Ilaria Alpi e Miran Hrovatin); gestione delle scorie nucleari. Tra gli ispiratori della Green Economy, è stato a fianco della ribellione di Scanzano (2003) e consulente scientifico nelle azioni contro la centrale di Porto Tolle e il carbone dell’Enel (2011-14). Co-presidente del Decennio per l’Educazione allo Sviluppo Sostenibile dell’Unesco (2005-14). Tra i padri dell’ambientalismo scientifico, suo un modello teorico di “stato stazionario globale” (2020) (https://www.researchgate.net/profile/Massimo-Scalia)

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