La locandina dell’ultima opera dell’ottantacinquenne Jean-François Laguionie, decano del film di animazione, nelle sale da metà febbraio

I disegni di Laguionie, con i loro tratti soltanto apparentemente semplici e i colori tenui, sono perfetti  per un film che si nutre di nostalgia, ed è in grado di parlare con la stessa efficacia ai tanti bambini in sala e agli adulti che li accompagnano. Racconta con delicata poesia una infanzia sulle rive della Marna, dove l’undicenne François vive con la madre Geneviève e il burbero padre adottivo Pierre, un commesso viaggiatore che sogna lunghe navigazioni nei mari del Sud


◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI

«Non avevo mai fatto un film sulla mia infanzia e sapevo che il prossimo film sarebbe stato l’ultimo: lo dovevo a mio padre e a mia madre». Così il decano del cinema di animazione francese Jean-François Laguionie, 85 anni, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a realizzare “Una barca in giardino”, arrivato in questi giorni nelle sale italiane.

Ottimi motivi per un piccolo grande film, che racconta con delicata poesia una infanzia sulle rive della Marna, dove l’undicenne François vive con la madre Geneviève e il burbero padre adottivo Pierre, un commesso viaggiatore che sogna lunghe navigazioni nei mari del Sud, e sta costruendo una barca a vela nel giardino di casa. Non una barca qualunque, però, ma una copia perfetta dello Spray, l’imbarcazione che alla fine dell’Ottocento permise al capitano di lungo corso Joshua Slocum di portare a termine la prima circumnavigazione del globo in solitaria. 

Del suo viaggio, durato poco più di tre anni, Slocum scrisse un appassionante resoconto che ancora oggi è considerato una sorta di libro sacro da tutti i velisti. Ovviamente lo è per Pierre, e alla fine lo diventa anche per François, che nelle pagine di Slocum scopre il fascino dell’avventura. Ed è attraverso le diverse fasi della costruzione della barca che tra i due si sviluppa un legame di virile complicità, fino al momento della partenza del ragazzo per studiare arte in una grande città.

I disegni di Laguionie, con i loro tratti soltanto apparentemente semplici e i colori tenui, sono perfetti  per un film che si nutre di nostalgia, ed è in grado di parlare con la stessa efficacia ai tanti bambini in sala e agli adulti che li accompagnano. Ogni inquadratura è un ricordo, ogni particolare è fedelmente ricostruito, mentre l’autore dà libero sfogo alla fantasia soltanto quando racconta le avventure del capitano Slocum con gli occhi del ragazzo che era: onde gigantesche, minacciose scogliere e temibili pirati, ma anche tranquille lagune polinesiane e nativi in festa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

(*) L’autore dirige oltreilponte.org

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Giornalista, già responsabile del telegiornale scientifico Leonardo su Rai 3. Ha due figlie, tre nipoti e un cane. Ama la vela, la montagna e gli scacchi. Cerca di mantenersi in funzione come le vecchie macchine fotografiche analogiche che colleziona, e dopo la pensione continua ad occuparsi di scienza, politica e cultura sul blog “Oltreilponte.org”.

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