Il Presidente della Repubblica risponde alle volgari invasioni di campo sul ruolo della nostra magistratura da parte di Elon Musk. Il padrone di X (ex Twitter), Tesla, Starlink, Space X ed altro ancora si è montato la testa e impartisce “prescrizioni” sul funzionamento della nostra democrazia fondata sulla separazione dei poteri tutelati dalla Costituzione antifascista. Sull’uso spregiudicato della piattaforma social che Musk ha comprato mettendola a disposizione del suo sodale Trump ci sono oramai dati incontrovertibili. Secondo un recente rapporto del Center for Countering Digital Hate (Ccdh), almeno 87 post di Musk durante l’anno precedente le elezioni hanno promosso affermazioni sulle elezioni statunitensi che gli esperti hanno classificato come false o fuorvianti, accumulando 1,7 miliardi di visualizzazioni. E lo ha fatto anche in barba alla volontà espressa dagli utenti al momento della loro iscrizione alla sua piattaforma, come ha documentato il “Wall Street Journal”. Meloni tace, acquattata sotto la ali del suo “amico Elon”. E tacciono anche i nostri liberali alle vongole. Che fine avranno fatto?
◆ L’analisi di ANNALISA ADAMO AYMONE
► Non ci sta il Presidente Sergio Mattarella a lasciar correre le ultime dichiarazioni che il magnate tecnologico Elon Musk ha lanciato nella rete, provocatoriamente, rivolgendosi al nostro Paese. La frase «questi giudici devono andarsene!» è stata veramente troppo e non si poteva non rispondere ad uno sfacciato tentativo d’influenze esterne che mette in discussione la democrazia italiana per connotarla, seppure con una domanda retorica, come una «autocrazia non eletta». Se da un lato l’attacco ai giudici italiani meritava di per sé una risposta da parte del massimo vertice del Consiglio superiore della magistratura, dall’altra l’aumentata consapevolezza di tutti, ma più di tutti del Presidente della Repubblica, che la sovranità nazionale ed i relativi confini ideali possono subire attacchi virtuali molto più gravi e pericolosi di quanto potesse mai avvenire in passato, hanno portato alla difesa della nostra sovranità nazionale.
Secondo un recente rapporto del Center for Countering Digital Hate (Ccdh), almeno 87 post di Musk durante l’anno precedente le elezioni hanno promosso affermazioni sulle elezioni statunitensi che gli esperti hanno classificato come false o fuorvianti, accumulando 1,7 miliardi di visualizzazioni. É stato altresì evidenziato che i post di Musk hanno generato il doppio delle visualizzazioni rispetto a tutti gli annunci politici sulla piattaforma messi insieme durante il periodo elettorale e che ciò nei fatti equivale a spendere circa 24 milioni di dollari in pubblicità elettorale. Lo studio ha sottolineato l’impressionante aumento riportato a partire da luglio dall’engagement con l’account X di Musk: con un incremento del 138 per cento delle visualizzazioni dei suoi post, del 238 per cento dei retweet e del 186 per cento dei like. L’invasione dei contenuti politici sugli account degli utenti della X.com per il Wall Street Journal è stata non solo di portata eccezionale ma anche in barba alla volontà espressa dagli utenti al momento della loro iscrizione alla piattaforma.
Naturalmente sulla legittimità della lotteria si sono aperte più inchieste il cui esito non è scontato visto che gli avvocati del magnate hanno già ottenuto ragione a Filadelfia, davanti alla Corte d’Appello della Contea, dimostrando che non si sarebbe trattato di «marketing politico mascherato da lotteria» come sostenuto dal procuratore distrettuale poiché i vincitori non sono stati scelti a caso ma selezionati in base alle loro storie personali. In definitiva, secondo il giudice d’Appello, le elargizioni sono state legittime, e potevano continuare, in quanto non si è mai trattato di una lotteria.