Dietro a cartelli e striscioni “No al deposito nucleare”, sabato 6 aprile migliaia di cittadini ed associazioni hanno sfilato per le strade di Alessandria. Un’opposizione corale alla costruzione del deposito nazionale delle scorie radioattive nelle cinque zone dell’alessandrino inserite nella Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), in un territorio che ha già pagato e paga un prezzo altissimo all’inquinamento ambientale. Indetta dai Comuni e dalla Provincia, alla manifestazione hanno partecipato anche Ornella Vanoni e l’ex campione juventino Roberto Bettega
◆ Il resoconto di GIAN PIERO GODIO
► Più di mille persone alla manifestazione di sabato 6 aprile indetta dai Comuni e dalla Provincia di Alessandria per dire No al Deposito Nucleare. È comparso qualche slogan poco realistico come: “Deposito nucleare né qui né altrove”, che pare ignorare il fatto che grazie alla incauta scelta degli anni ’60 di fare in Italia le quattro centrali nucleari di Trino, Caorso, Latina e Sessa Aurunca e i relativi impianti di Saluggia, Ispra, Casaccia e Rotondella, i depositi nucleari già esistono e sono collocati nei luoghi più a rischio. Si sono sentite anche dichiarazioni poco motivate come quella dell’ex centravanti della Juventus Roberto Bettega: «dove giocheranno i nostri bambini se si realizzerà un deposito grande come 200 campi di calcio?».
Nessuno però ha voluto richiamare il fatto che moltissimi Comuni della Provincia di Alessandria sono da cinquant’anni esposti al rischio dovuto alla presenza dei cinque impianti nucleari “storici” collocati a Saluggia, Trino, Bosco Marengo e Tortona. Ci hanno pensato Legambiente e Pro Natura del Vercellese che con una propria nota diffusa alla vigilia della manifestazione hanno dichiarato: «Per il deposito nucleare nazionale dobbiamo pretendere una selezione oggettiva, scientifica, trasparente e partecipata, nella quale far valere tutte le ragioni di non idoneità, ma non possiamo tirarcene fuori per principio, perché altrimenti tutti faranno così, e i materiali radioattivi rimarranno nei luoghi attuali che sono i più pericolosi per tutti».