Trentacinque anni fu chiamato dal Senato degli Stati Uniti a Washington, e riferì riguardo i pericoli che ci stavano minacciando: l’effetto serra, la crisi climatica, l’emergenza che oggi ci minaccia (e che sembriamo incapaci di scongiurare). James Hansen, scienziato statunitense che all’epoca era esperto di clima presso la Nasa, oggi accusa: sono stati ignorati i tanti segnali d’allarme, e quello che sta succedendo adesso è solo un assaggio di quello che succederà
«SIAMO DANNATAMENTE STUPIDI». L’atto d’accusa è di James Hansen, 82 anni. È lo scienziato statunitense che, parlando al Senato degli Stati Uniti nel 1988 (35 anni fa) denunciò il grande rischio del riscaldamento globale, come una minaccia incombente nella società dell’energia fossile. A quella testimonianza, perché la prima di alto profilo, viene fatta risalire dalla comunità scientifica la scoperta del “mostro” con il quale ora conviviamo, e che non riusciamo a fermare nonostante gli impegni dichiarati della comunità internazionale: l’effetto-serra, il cambiamento climatico, l’aumento irreversibile della temperatura che sta cambiando in peggio (molto peggio) la vita sulla Terra. Rischiando di cancellare la biodiversità, desertificando enormi territori, provocando imprevedibili disastri meteo.
Hansen quando parlò al Senato di Washington avvertendo della minaccia del riscaldamento globale, era uno scienziato del clima e lavorava presso la Nasa. Negli anni successivi ha preso parte alle proteste degli ambientalisti per denunciare l’inerzia della politica di fronte alla necessità di ridurre le emissioni di gas serra. © RIPRODUZIONE RISERVATA