Con una serie di brevi ritratti, come “acquarelli” letterari, Vittorio Emiliani racconta personaggi – che ha conosciuto – più o meno celebri, spesso dimenticati, e che hanno lasciato una traccia nell’Italia dal dopoguerra alla fine del secolo scorso
La Romagna, dal Risorgimento punto di forza dei Repubblicani, era all’epoca spaccata in due fra pacciardiani e lamalfiani. Senza il pugliese Michele Cifarelli, il Pri non avrebbe potuto dare il proprio appoggio al primo governo di centrosinistra. Con una Dc già molto titubante malgrado la Chiesa conciliare avesse con diplomazia spinto in quella accidentata direzione. Alla fine avevano prevalso di misura i lamalfiani con i più giovani Dodo Battaglia e Lucio Cecchini, e Pacciardi, sostenuto all’esterno dall’ambasciatrice americana Claire Boothe Luce, era stato definitivamente sconfitto. Il primo centrosinistra sarebbe nato con La Malfa alla Programmazione economica (avversatissima dalla Confindustria e in specie dall’Assolombarda di Furio Cicogna). La Nota lamalfiana sarebbe stata la base di quel nuovo corso tanto paventato a destra. Ma bisognava preparare lo storico ingresso del Psi nel governo e su questo punto nonostante le diplomazie e le limature nenniane volavano scintille. © RIPRODUZIONE RISERVATA