Coraggiosa fino all’incoscienza, aveva documentato l’avanzata degli alleati in Francia e la liberazione di Parigi. In Germania era stata uno dei primi fotografi ad entrare nei campi di sterminio abbandonati dai nazisti in fuga. Quello che vide a Buchenwald e a Dachau la segnò profondamente per il resto della vita, e grande fu la sua delusione quando alcune delle foto non furono pubblicate per non turbare il pubblico. Protagonista del film una strepitosa Kate Winslet nei panni della protagonista. Pochi attori sarebbero stati in grado di reggere come lei la lunga sequenza del campo di concentramento, dove i cadaveri quasi non si vedono, e tutto l’orrore è espresso dal volto di chi osserva
◆ La recensione di BATTISTA GARDONCINI *
► Paradossalmente, l’immagine più famosa della grande fotografa Lee Miller Penrose non è stata scattata da lei, ma dal collega David Scherman, che nel 1945 la immortalò a Monaco mentre faceva il bagno nella vasca privata di Hitler, morto suicida a Berlino poche ore prima. La sua fu una vita piena e per certi versi eccessiva: giovanissima modella, era stata la musa ispiratrice di pittori, poeti e intellettuali. Man Ray l’aveva convinta a passare dall’altra parte dell’obiettivo, ed era diventata famosa lavorando per Vogue nel campo dell’arte e della moda.
Ma era anche una donna impegnata, convinta della necessità di documentare gli orrori del mondo, e allo scoppio della guerra aveva deciso che non poteva restare inerte di fronte alla barbarie nazista. Dopo molti sforzi aveva ottenuto di partire al seguito delle truppe che stavano combattendo in Europa. Coraggiosa fino all’incoscienza, aveva documentato l’avanzata degli alleati in Francia e la liberazione di Parigi. In Germania era stata uno dei primi fotografi ad entrare nei campi di sterminio abbandonati dai nazisti in fuga. Quello che vide a Buchenwald e a Dachau la segnò profondamente per il resto della vita, e grande fu la sua delusione quando alcune delle foto non furono pubblicate per non turbare il pubblico.
(*) L’autore dirige oltreilponte.org